Colelli, Giulia
(2025)
Sopravvivere alla catastrofe: figure ibride oltre l'umano nelle distopie del Giappone post-Fukushima, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Lingue, letterature e culture moderne: Diversita ed inclusione, 37 Ciclo. DOI 10.48676/unibo/amsdottorato/12429.
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Abstract
Negli ultimi anni, gli immaginari distopici hanno raggiunto una popolarità senza precedenti, invadendo il mainstream. Alla base di questo successo sembrerebbe esserci un sempre minore scarto tra la catastrofe immaginata e la contemporaneità dei fruitori: l’apocalisse non è più un avvertimento, ma una condizione già in divenire. In Giappone il nuovo flusso di immaginari distopici e il rinnovato dibattito sul valore della letteratura come testimonianza appaiono interconnessi nella comune origine dai traumi collettivi della storia recente: il triplice disastro del Tōhoku del 2011 e la pandemia da Covid-19. Le distopie diventano quindi uno strumento per l’indagine delle paure collettive, laddove permettono di analizzare e ripensare le società e di riflettere sulla posizione dell’umano nell'ecosistema. L’obiettivo della ricerca è esplorare come i concetti di ‘umano’, di ‘corpo’ e di ‘specie’ vengono rinegoziati e ridefiniti in una selezione di cinque opere distopiche giapponesi pubblicate dopo il 2011. La paura della contaminazione ha un precedente storico importante già nei bombardamenti atomici del 1945, e gli accadimenti più recenti hanno riportato in primo piano le paure legate all’integrità del corpo e alla sua vulnerabilità, declinate ora attraverso delle figure ibride che si presentano come entità oltre l’umano. L’elaborato parte da una sezione teorico-metodologica che colloca la ricerca all’interno di diversi campi: Utopian e Dystopian Studies, studi ecocritici e postumani, Gender e Queer Studies, Manga Studies. La seconda sezione è dedicata a una panoramica dell’immaginario distopico in Giappone, prima in prospettiva diacronica a partire dal secondo dopoguerra, e poi in prospettiva sincronica, che analizzando il contesto culturale e sociale del Giappone post-Fukushima. La terza e ultima sezione, infine, parte da un close reading dei testi per poi analizzare alcuni dei topoi ricorrenti nella rielaborazione della paura della contaminazione tramite figure ‘ibride’ e cercare punti di contatto e di rottura con la tradizione precedente.
Abstract
Negli ultimi anni, gli immaginari distopici hanno raggiunto una popolarità senza precedenti, invadendo il mainstream. Alla base di questo successo sembrerebbe esserci un sempre minore scarto tra la catastrofe immaginata e la contemporaneità dei fruitori: l’apocalisse non è più un avvertimento, ma una condizione già in divenire. In Giappone il nuovo flusso di immaginari distopici e il rinnovato dibattito sul valore della letteratura come testimonianza appaiono interconnessi nella comune origine dai traumi collettivi della storia recente: il triplice disastro del Tōhoku del 2011 e la pandemia da Covid-19. Le distopie diventano quindi uno strumento per l’indagine delle paure collettive, laddove permettono di analizzare e ripensare le società e di riflettere sulla posizione dell’umano nell'ecosistema. L’obiettivo della ricerca è esplorare come i concetti di ‘umano’, di ‘corpo’ e di ‘specie’ vengono rinegoziati e ridefiniti in una selezione di cinque opere distopiche giapponesi pubblicate dopo il 2011. La paura della contaminazione ha un precedente storico importante già nei bombardamenti atomici del 1945, e gli accadimenti più recenti hanno riportato in primo piano le paure legate all’integrità del corpo e alla sua vulnerabilità, declinate ora attraverso delle figure ibride che si presentano come entità oltre l’umano. L’elaborato parte da una sezione teorico-metodologica che colloca la ricerca all’interno di diversi campi: Utopian e Dystopian Studies, studi ecocritici e postumani, Gender e Queer Studies, Manga Studies. La seconda sezione è dedicata a una panoramica dell’immaginario distopico in Giappone, prima in prospettiva diacronica a partire dal secondo dopoguerra, e poi in prospettiva sincronica, che analizzando il contesto culturale e sociale del Giappone post-Fukushima. La terza e ultima sezione, infine, parte da un close reading dei testi per poi analizzare alcuni dei topoi ricorrenti nella rielaborazione della paura della contaminazione tramite figure ‘ibride’ e cercare punti di contatto e di rottura con la tradizione precedente.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Colelli, Giulia
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
37
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Japan, post-3.11, post-Fukushima, Japanese literature, Dystopia
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/12429
Data di discussione
14 Luglio 2025
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Colelli, Giulia
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
37
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Japan, post-3.11, post-Fukushima, Japanese literature, Dystopia
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/12429
Data di discussione
14 Luglio 2025
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