I confini nella città: spazio e identità nella letteratura postcoloniale italiana

Questa tesi è dedicata alla questione dei rapporti tra spazio urbano e identità, e più specificamente alla questione dei « confini nella città » nella letteratura postcoloniale italiana. La nozione di confini nella città, ripresa dall’anropologia, la geografia urbana e la semiotica, viene qui rimobilitata e reinterpretata per analizzare la rappresentazione dello spazio urbano in un corpus principalmente (ma non esclusivamente) letterario. Attraverso i racconti di autrici migranti e di seconda generazione, le città italiane appaiono sotto una luce alquanto diversa da quanto si è potuto vedere nel resto della letteratura italiana: queste nuove rappresentazioni dello spazio portano una riflessione di fondo sul posto delle soggettivià migranti e/o di origine straniera negli spazi della città e per estensione, della nazione. Il concetto di confine permette così di affrontare frontalmente la questione, interrogandosi sulle forme di esclusione che condizionano la relazione di soggettività minoritarie alla città, ma anche nuove modalità di percezione, rappresentazione, riappropriazione e abitazione che si riscontrano nelle opere. La nozione di confine riveste qui alcune dimensioni principali. Rimanda innanzitutto alle nuove mappature che i testi postcoloniali operano sulle città italiane, reinterpretando le relazioni tra margini, periferia e centro. Il confine tocca inoltre l’iscrizione nello spazio sociale : i testi rivelano la città come terreno di interazione, discriminazione e incontro potenziale. Infine, un ultimo aspetto riguarda il movimento, il modo in cui i personaggi attraversano la città e vi si muovono, analizzando i percorsi urbani da un punto di vista simbolico e narrativo.