Raveggi, Alessandro
(2008)
Ricezione e Finzione.
Una teoria della lettura tra struttura e risposta estetica, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Filosofia (estetica ed etica), 20 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/836.
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Abstract
Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia,
semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come
un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una
relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e
trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e
trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la
letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o
sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che
permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura
e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura,
ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante,
di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura.
Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è
l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la
quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a
natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della
lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione
aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura
dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà,
risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura
stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico.
Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta
come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è
Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte,
che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario,
dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di
finzione e ricezione.
Abstract
Attraverso l’analisi di teorie della lettura “centripete” e “centrifughe”, tra fenomenologia,
semiotica e teoria della risposta estetica, questa ricerca punta a definire la lettura come
un’esperienza estetica di una variabile e plurale letterarietà, o per essere più precisi, come una
relazione estetica ad una funzione nel linguaggio, che di volta in volta diviene immanente e
trascendente rispetto al linguaggio, immanente nella percepibilità espressiva del segno e
trascendente nella sua ristretta finzionalità o fittività, aperta alla dimensione del senso. Così, la
letterarietà è vista, dal punto di vista di una teoria della lettura, come una funzione che nega o
sovverte il linguaggio ordinario, inteso come contesto normale, ma anche una funzione che
permette il supplemento di senso del linguaggio. Ciò rende la definizione di cosa sia letteratura
e di quali testi siano considerabili come letterari come una definizione dipendente dalla lettura,
ed anche mette in questione la classica dicotomia tra linguaggio standard e linguaggio deviante,
di secondo grado e figurativo, comportamento che distinguerebbe la letteratura.
Questi quattro saggi vorrebbero dimostrare che la lettura, come una pratica estetica, è
l’espressione di una oscillazione tra una Finzione variabile nei suoi effetti ed una Ricezione, la
quale è una risposta estetica controllata dal testo, ma anche una relazione estetica all’artefatto a
natura verbale. Solo in questo modo può essere compresa la caratteristica paradossale della
lettura, il suo stare tra una percezione passiva ed un’attiva esecuzione, tra un’attenzione
aspettuale ed una comprensione intenzionale. Queste modalità si riflettono anche sulla natura
dialettica della lettura, come una dialettica di apertura e chiusura, ma anche di libertà e fedeltà,
risposta ad uno stimolo che può essere interpretato come una domanda, e che presenta la lettura
stessa come una premessa dell’interpretazione, come momento estetico.
Così una teoria della lettura dipende necessariamente da una teoria dell’arte che si presenta
come funzionale, relativa più al Quando vi è arte?/Come funziona? piuttosto che al Che cosa è
Arte?, che rende questo secondo problema legato al primo. Inoltre, questo Quando dell’Arte,
che definisce l’opera d’arte come un’arte- all’-opera, dipende a sua volta, in un campo letterario,
dalla domanda Quando vi è esperienza estetica letteraria? e dalla sue condizioni, quelle di
finzione e ricezione.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Raveggi, Alessandro
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
20
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
lettura finzione ricezione interpretazione estetica letteratura
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/836
Data di discussione
27 Maggio 2008
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Raveggi, Alessandro
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
20
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
lettura finzione ricezione interpretazione estetica letteratura
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/836
Data di discussione
27 Maggio 2008
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