Capocciama, Ivano
(2018)
Il monologo contemporaneo: scritture solistico-performative tra poesia, romanzo e teatro, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Studi letterari e culturali, 30 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/8292.
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Abstract
In drammaturgia il monologo occupa uno spazio a sé che squarcia la quarta parete della finzione e si autorappresenta come storia parallela, riflessione sull’argomento e sulle possibilità del linguaggio. Il monologo è inteso come atto performativo, scrittura performativa tesa all’estremo della complicità e della spettacolarizzazione delle componenti verbali: un performing text che dilata i propri confini fino a raggiungere un livello di percezione fisica e totale. La corporeità crea una drammaturgia parallela che si scontra con la testualità letteraria attraverso un insieme di segni corporei che fanno del testo il significante attorno al quale si forgia una nuova semiotica teatrale. La dimensione drammaturgica si tripartisce in: testuale-letteraria, scenico-registica, fisico-attoriale. La voce è significante, strumento per una teatralizzazione dell'atto poetico ed una poeticizzazione del momento drammatico. Spazio e voce rappresentano le due soluzioni attraverso le quali studiare il monologo in rapporto alla poesia che stringe in una simbiosi estrema gli ingredienti formali dell'atto performativo: memoria, testo, corpo, spazio, voce e tempo. In alcuni romanzi il monologo apre degli spazi inter-testuali e meta-testuali: ritratto o caratterizzazione linguistica che svela la propria funzione nella storia; espediente o scelta compositiva in cui fotografare condizioni linguistiche all'interno delle quali si sviluppa il sottosuolo dell'interiorità; coscienza verbale, trame e percorsi mentali messi a nudo verbalmente in una rete di percorsi psicologici; monologo interiore o spazio verbale dell'interiorità, dei segreti. In un contesto italiano, il monologo di narrazione diviene il punto di contatto tra sperimentazione linguistica e contemplazione epica della materia narrata, del passato. Il monologo è grado zero della drammaturgia in cui il ritorno all'antico racconto di stampo epico-narrativo innesca il binomio tra memoria e oralità. L'epicità antica si condensa nelle abilità performative di un attore solista che si pone come esempio di artista «nuovo» scisso tra corpo, spazio e voce in un contesto post-drammatico.
Abstract
In drammaturgia il monologo occupa uno spazio a sé che squarcia la quarta parete della finzione e si autorappresenta come storia parallela, riflessione sull’argomento e sulle possibilità del linguaggio. Il monologo è inteso come atto performativo, scrittura performativa tesa all’estremo della complicità e della spettacolarizzazione delle componenti verbali: un performing text che dilata i propri confini fino a raggiungere un livello di percezione fisica e totale. La corporeità crea una drammaturgia parallela che si scontra con la testualità letteraria attraverso un insieme di segni corporei che fanno del testo il significante attorno al quale si forgia una nuova semiotica teatrale. La dimensione drammaturgica si tripartisce in: testuale-letteraria, scenico-registica, fisico-attoriale. La voce è significante, strumento per una teatralizzazione dell'atto poetico ed una poeticizzazione del momento drammatico. Spazio e voce rappresentano le due soluzioni attraverso le quali studiare il monologo in rapporto alla poesia che stringe in una simbiosi estrema gli ingredienti formali dell'atto performativo: memoria, testo, corpo, spazio, voce e tempo. In alcuni romanzi il monologo apre degli spazi inter-testuali e meta-testuali: ritratto o caratterizzazione linguistica che svela la propria funzione nella storia; espediente o scelta compositiva in cui fotografare condizioni linguistiche all'interno delle quali si sviluppa il sottosuolo dell'interiorità; coscienza verbale, trame e percorsi mentali messi a nudo verbalmente in una rete di percorsi psicologici; monologo interiore o spazio verbale dell'interiorità, dei segreti. In un contesto italiano, il monologo di narrazione diviene il punto di contatto tra sperimentazione linguistica e contemplazione epica della materia narrata, del passato. Il monologo è grado zero della drammaturgia in cui il ritorno all'antico racconto di stampo epico-narrativo innesca il binomio tra memoria e oralità. L'epicità antica si condensa nelle abilità performative di un attore solista che si pone come esempio di artista «nuovo» scisso tra corpo, spazio e voce in un contesto post-drammatico.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Capocciama, Ivano
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
30
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
monologo, drammaturgia, contemporaneo, teatro, spettacolo, scrittura, poesia, romanzo, spettacolarità, performance, solismo, narrazione, visualità, memoria, soliloquio, parola, declamazione, autore, artista, voce, movimento, discorso, scena, dramma, teoria, tema, motivo, spettatore, ricezione, affabulazione
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/8292
Data di discussione
9 Maggio 2018
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Capocciama, Ivano
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
30
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
monologo, drammaturgia, contemporaneo, teatro, spettacolo, scrittura, poesia, romanzo, spettacolarità, performance, solismo, narrazione, visualità, memoria, soliloquio, parola, declamazione, autore, artista, voce, movimento, discorso, scena, dramma, teoria, tema, motivo, spettatore, ricezione, affabulazione
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/8292
Data di discussione
9 Maggio 2018
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