Boni, Monica Arnalda
(2017)
Riflessione teorica e concezione compositiva dell'ultimo Gentilucci: 1977-1989, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Cinema, musica e teatro, 28 Ciclo. DOI 10.48676/unibo/amsdottorato/7880.
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Abstract
La ricerca si prefigge di definire l’orizzonte teorico entro il quale l’esperienza compositiva di Armando Gentilucci (Lecce 1939 – Milano 1989) ha preso forma e conosciuto uno specifico sviluppo. Il lavoro, condotto in parallelo su fonti testuali e musicali anche inedite, poste a corredo delle argomentazioni o riportate in apparato, assume la fine dell'impegno politico degli anni 1963-76 come avvio di un percorso artistico consapevole e disposto all'autoriflessione. Negli anni Ottanta, in cui ripiegamento e introspezione erano subentrati alla “finis avanguardiae”, Gentilucci approfondisce la nozione filosofica di molteplice e difende a oltranza il valore della sperimentazione. In “Oltre l’avanguardia un invito al molteplice” l’autore dichiara di aver assunto la poetica del timbro come categoria compositiva principale e in altri scritti come “György Ligeti oggi”, ammette il suo debito verso la lezione del compositore ungherese, mentre nell’inedito “Attraverso i sentieri del comporre”, dato integralmente in appendice, il compositore abbozza una prima descrizione normativa del proprio linguaggio. Gli assunti di natura teorica e gli enunciati tecnico-compositivi sono stati posti al vaglio delle composizioni citate negli scritti (“Mensurale”, “Il tempo sullo sfondo”, “Voci dal silenzio”) e confrontati con i piani formali, gli abbozzi e i numerosi costrutti annotati dal compositore. L’analisi dei procedimenti, condotta sulle partiture e sui materiali pre-costruttivi, ha riportato l’oggetto del discorso teorico di Gentilucci entro uno specifico sistema, noto agli studiosi come campo di altezze e ha permesso di rintracciare nella composizione inedita riprodotta in appendice (“Contrasto”) gli indizi genetico-preparatori di un’originale poetica del tempo in via di definizione. L’indagine sugli impieghi delle tecniche analizzate (campo, permutazioni, velocità di scorrimento) è proseguita nelle partiture della seconda metà degli anni Ottanta (“Il chiarore dell’Utopia”, “Le clessidre di Dürer”, “Azzurri abissi”, “Frammenti sinfonici da Moby Dick”) alla luce della recezione della poetica di quegli anni, basata sul rapporto figura/sfondo.
Abstract
La ricerca si prefigge di definire l’orizzonte teorico entro il quale l’esperienza compositiva di Armando Gentilucci (Lecce 1939 – Milano 1989) ha preso forma e conosciuto uno specifico sviluppo. Il lavoro, condotto in parallelo su fonti testuali e musicali anche inedite, poste a corredo delle argomentazioni o riportate in apparato, assume la fine dell'impegno politico degli anni 1963-76 come avvio di un percorso artistico consapevole e disposto all'autoriflessione. Negli anni Ottanta, in cui ripiegamento e introspezione erano subentrati alla “finis avanguardiae”, Gentilucci approfondisce la nozione filosofica di molteplice e difende a oltranza il valore della sperimentazione. In “Oltre l’avanguardia un invito al molteplice” l’autore dichiara di aver assunto la poetica del timbro come categoria compositiva principale e in altri scritti come “György Ligeti oggi”, ammette il suo debito verso la lezione del compositore ungherese, mentre nell’inedito “Attraverso i sentieri del comporre”, dato integralmente in appendice, il compositore abbozza una prima descrizione normativa del proprio linguaggio. Gli assunti di natura teorica e gli enunciati tecnico-compositivi sono stati posti al vaglio delle composizioni citate negli scritti (“Mensurale”, “Il tempo sullo sfondo”, “Voci dal silenzio”) e confrontati con i piani formali, gli abbozzi e i numerosi costrutti annotati dal compositore. L’analisi dei procedimenti, condotta sulle partiture e sui materiali pre-costruttivi, ha riportato l’oggetto del discorso teorico di Gentilucci entro uno specifico sistema, noto agli studiosi come campo di altezze e ha permesso di rintracciare nella composizione inedita riprodotta in appendice (“Contrasto”) gli indizi genetico-preparatori di un’originale poetica del tempo in via di definizione. L’indagine sugli impieghi delle tecniche analizzate (campo, permutazioni, velocità di scorrimento) è proseguita nelle partiture della seconda metà degli anni Ottanta (“Il chiarore dell’Utopia”, “Le clessidre di Dürer”, “Azzurri abissi”, “Frammenti sinfonici da Moby Dick”) alla luce della recezione della poetica di quegli anni, basata sul rapporto figura/sfondo.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Boni, Monica Arnalda
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze umanistiche
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Armando Gentilucci avanguardia poetica del molteplice poetica del possibile figura tempo sullo sfondo
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/7880
Data di discussione
12 Giugno 2017
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Boni, Monica Arnalda
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze umanistiche
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Armando Gentilucci avanguardia poetica del molteplice poetica del possibile figura tempo sullo sfondo
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/7880
Data di discussione
12 Giugno 2017
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