Per una geografia critica del turismo montano: le aree interne delle Dolomiti venete

Lo scopo di questo lavoro è indagare le trasformazioni portate dal turismo nelle aree interne delle Dolomiti venete. Nel dibattito pubblico il turismo è spesso presentato come una leva sulla quale fare affidamento per promuovere la rigenerazione territoriale delle zone considerate marginali o svantaggiate. Anche la Strategia Nazionale per le Aree Interne, ambito istituzionale oggetto di questa tesi, pone grande enfasi sul ruolo del turismo come strumento per contrastare il declino demografico dei territori lontani dai maggiori centri urbani e carenti di servizi. L’identità e la comunità locale, concetti vaghi e mai problematizzati, giocano un ruolo chiave nella visione della SNAI, affidando ad essi la capacità di attrarre flussi di individui e di capitali legati al turismo, per invertire le tendenze demografiche negative. Il quadro teorico da me adottato si compone di tre riflessioni appartenenti a diverse tradizioni di pensiero: la tesi sulla produzione della natura; la nozione di geographical imaginations e, per ultime, le riflessioni afferenti alla filosofica post-fondazionale. Questa cornice ha lo scopo di analizzare la dimensione materiale delle trasformazioni, così come quelle che rientrano nella sfera culturale. Attraverso le evidenze empiriche, mostro il legame dialettico tra turismo, ambiente e società. Una dialettica che racconta di relazioni socio-ambientali più complesse di quelle presentate dai decisori politici e da parte della geografia accademica italiana, entrambe caratterizzate da un’impostazione neocomunitaria di fondo che elude l’antagonismo che permea l’agire sociale.