Boiardi, Luca
(2008)
Identificazione e valutazione delle opere incongrue in specifici contesti urbani, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Ingegneria edilizia e territoriale, 18 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/890.
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Abstract
La ricerca si propone d’indagare sul concetto di “congruità” riferito alle trasformazioni di specifici contesti
urbani, e di definire quindi un metodo “non arbitrario” per la valutazione di opere esistenti o in progetto, al
fine di riconoscerne il carattere di congruità o, al contrario, d’incongruità. Interventi d’inserimento e di
trasformazione, alla scala del comparto urbanistico o anche alla scala edilizia, possono presentarsi come
congrui o incongrui rispetto all’identità del luogo di appartenenza (organismo a scala urbana o territoriale).
Congrua risulta l’opera che non si pone in (conclamato) contrasto rispetto ai caratteri identitari del contesto.
Le definizioni d’incongruità e di opera incongrua, divengono il metro di giudizio del rapporto tra un intervento
ed il suo contesto, e si applicano mediante una valutazione che sia metodologicamente fondata e verificata.
La valutazione di congruità-incongruità può riferirsi a opere esistenti già realizzate, oppure a progetti di
nuove opere; in questo secondo approccio il metodo di valutazione si configura come linea-guida per
l’orientamento del progetto stesso in termini di congruità rispetto al contesto. In una fase iniziale la ricerca ha
fissato i principi di base, con la definizione di ciò che deve intendersi per congruità e per profilo di congruità.
La specifica di congruità, non potendosi basare su una consolidata letteratura (il concetto nei termini descritti
è stato introdotto dalla legge 16/2002 della Regione Emilia-Romagna; la Regione stessa riconosce che il
concetto è in fase di precisazione tramite sperimentazioni, studi e interventi pilota), muove dallo studio dei
concetti di luogo, caratteri del luogo, identità del luogo, contesto urbano, trasformazione dell’ambiente
costruito, tutela del patrimonio edilizio, sviluppo tipologico, e superfetazione incongrua. Questi concetti, pur
mutuati da ambiti di ricerca affini, costituiscono i presupposti per la definizione di congruità delle
trasformazioni di contesti urbani, rispetto all’identità del luogo, tramite la tutela e valorizzazione dei suoi
caratteri tipologici costitutivi. Successivamente, la ricerca ha affrontato l’analisi di taluni casi-tipo di opere
incongrue. A tale scopo sono stati scelti quattro casi-tipo d’interventi per rimozione di opere ritenute
incongrue, indagando la metodologia di valutazione di congruità in essi applicata. Inoltre è stata
sperimentata l’applicazione del metodo di valutazione per “categorie di alterazioni” tramite lo studio del
centro storico di Reggio Emilia, assunto come contesto urbano campione. Lo studio analitico è sviluppato
attraverso l’indagine del rapporto tra edifici e caratteri del contesto, individuando e classificando gli edifici
ritenuti incongrui. Qui sono emersi i limiti del metodo di individuazione delle incongruità per categorie di
alterazioni; di fatto le alterazioni definite a priori rispetto al contesto, determinano un giudizio arbitrario, in
quanto disancorato dai caratteri del luogo. La definizione di ciò che è congruo o incongruo deve invece
riferirsi a uno specifico contesto, e le alterazioni dei caratteri che rappresentano l’identità del luogo non
possono definirsi a priori generalizzandone i concetti.
Completando la ricerca nella direzione del risultato proposto, si è precisato il metodo di valutazione basato
sulla coincidenza dei concetti di congruità e di pertinenza di fase, in rapporto allo sviluppo tipologico del
contesto. La conoscenza del contesto nei suoi caratteri tipologici, è già metodo di valutazione: nella misura
in cui sia possibile effettuare un confronto fra contesto ed opera da valutare. La valutazione non si pone
come vincolo all’introduzione di nuove forme che possano rappresentare un’evoluzione dell’esistente,
aggiornando il processo di sviluppo tipologico in relazione alle mutazioni del quadro esigenzialeprestazionale,
ma piuttosto come barriera alle trasformazioni acritiche nei confronti del contesto, che si
sovrappongano o ne cancellino inconsapevolmente i segni peculiari e identitari. In ultima analisi, ai fini
dell’applicabilità dei concetti esposti, la ricerca indaga sulla convergenza tra metodo proposto e possibili
procedure applicative; in questo senso chiarisce come sia auspicabile definire la congruità in relazione a
procedure valutative aperte. Lo strumento urbanistico, inteso come sistema di piani alle diverse scale, è
l’ambito idoneo a recepire la lettura della stratificazione dei segni indentitari rilevabili in un contesto; lettura
che si attua tramite processi decisionali partecipati, al fine di estendere alla collettività la definizione
d’identità culturale del luogo. La valutazione specifica di opere o progetti richiede quindi una procedura
aperta, similmente alla procedura di valutazione in vigore presso le soprintendenze, basandosi sul concetto
di responsabilità del progettista e del valutatore, in riferimento alla responsabilità della collettività, espressa
invece nello strumento urbanistico. Infatti la valutazione di tipo oggettivo, basata sul riferimento a
regolamenti o schemi precostituiti, confligge con il senso della valutazione metodologicamente fondata che,
al contrario, è assunto teorico basilare della ricerca.
Abstract
La ricerca si propone d’indagare sul concetto di “congruità” riferito alle trasformazioni di specifici contesti
urbani, e di definire quindi un metodo “non arbitrario” per la valutazione di opere esistenti o in progetto, al
fine di riconoscerne il carattere di congruità o, al contrario, d’incongruità. Interventi d’inserimento e di
trasformazione, alla scala del comparto urbanistico o anche alla scala edilizia, possono presentarsi come
congrui o incongrui rispetto all’identità del luogo di appartenenza (organismo a scala urbana o territoriale).
Congrua risulta l’opera che non si pone in (conclamato) contrasto rispetto ai caratteri identitari del contesto.
Le definizioni d’incongruità e di opera incongrua, divengono il metro di giudizio del rapporto tra un intervento
ed il suo contesto, e si applicano mediante una valutazione che sia metodologicamente fondata e verificata.
La valutazione di congruità-incongruità può riferirsi a opere esistenti già realizzate, oppure a progetti di
nuove opere; in questo secondo approccio il metodo di valutazione si configura come linea-guida per
l’orientamento del progetto stesso in termini di congruità rispetto al contesto. In una fase iniziale la ricerca ha
fissato i principi di base, con la definizione di ciò che deve intendersi per congruità e per profilo di congruità.
La specifica di congruità, non potendosi basare su una consolidata letteratura (il concetto nei termini descritti
è stato introdotto dalla legge 16/2002 della Regione Emilia-Romagna; la Regione stessa riconosce che il
concetto è in fase di precisazione tramite sperimentazioni, studi e interventi pilota), muove dallo studio dei
concetti di luogo, caratteri del luogo, identità del luogo, contesto urbano, trasformazione dell’ambiente
costruito, tutela del patrimonio edilizio, sviluppo tipologico, e superfetazione incongrua. Questi concetti, pur
mutuati da ambiti di ricerca affini, costituiscono i presupposti per la definizione di congruità delle
trasformazioni di contesti urbani, rispetto all’identità del luogo, tramite la tutela e valorizzazione dei suoi
caratteri tipologici costitutivi. Successivamente, la ricerca ha affrontato l’analisi di taluni casi-tipo di opere
incongrue. A tale scopo sono stati scelti quattro casi-tipo d’interventi per rimozione di opere ritenute
incongrue, indagando la metodologia di valutazione di congruità in essi applicata. Inoltre è stata
sperimentata l’applicazione del metodo di valutazione per “categorie di alterazioni” tramite lo studio del
centro storico di Reggio Emilia, assunto come contesto urbano campione. Lo studio analitico è sviluppato
attraverso l’indagine del rapporto tra edifici e caratteri del contesto, individuando e classificando gli edifici
ritenuti incongrui. Qui sono emersi i limiti del metodo di individuazione delle incongruità per categorie di
alterazioni; di fatto le alterazioni definite a priori rispetto al contesto, determinano un giudizio arbitrario, in
quanto disancorato dai caratteri del luogo. La definizione di ciò che è congruo o incongruo deve invece
riferirsi a uno specifico contesto, e le alterazioni dei caratteri che rappresentano l’identità del luogo non
possono definirsi a priori generalizzandone i concetti.
Completando la ricerca nella direzione del risultato proposto, si è precisato il metodo di valutazione basato
sulla coincidenza dei concetti di congruità e di pertinenza di fase, in rapporto allo sviluppo tipologico del
contesto. La conoscenza del contesto nei suoi caratteri tipologici, è già metodo di valutazione: nella misura
in cui sia possibile effettuare un confronto fra contesto ed opera da valutare. La valutazione non si pone
come vincolo all’introduzione di nuove forme che possano rappresentare un’evoluzione dell’esistente,
aggiornando il processo di sviluppo tipologico in relazione alle mutazioni del quadro esigenzialeprestazionale,
ma piuttosto come barriera alle trasformazioni acritiche nei confronti del contesto, che si
sovrappongano o ne cancellino inconsapevolmente i segni peculiari e identitari. In ultima analisi, ai fini
dell’applicabilità dei concetti esposti, la ricerca indaga sulla convergenza tra metodo proposto e possibili
procedure applicative; in questo senso chiarisce come sia auspicabile definire la congruità in relazione a
procedure valutative aperte. Lo strumento urbanistico, inteso come sistema di piani alle diverse scale, è
l’ambito idoneo a recepire la lettura della stratificazione dei segni indentitari rilevabili in un contesto; lettura
che si attua tramite processi decisionali partecipati, al fine di estendere alla collettività la definizione
d’identità culturale del luogo. La valutazione specifica di opere o progetti richiede quindi una procedura
aperta, similmente alla procedura di valutazione in vigore presso le soprintendenze, basandosi sul concetto
di responsabilità del progettista e del valutatore, in riferimento alla responsabilità della collettività, espressa
invece nello strumento urbanistico. Infatti la valutazione di tipo oggettivo, basata sul riferimento a
regolamenti o schemi precostituiti, confligge con il senso della valutazione metodologicamente fondata che,
al contrario, è assunto teorico basilare della ricerca.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Boiardi, Luca
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
18
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
congruità identità luogo processo tipologico
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/890
Data di discussione
23 Maggio 2008
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Boiardi, Luca
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
18
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
congruità identità luogo processo tipologico
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/890
Data di discussione
23 Maggio 2008
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