La parola muta. Risignificazione estetica del non detto e autopoiesi pedagogica

Lusardi, Alessia (2019) La parola muta. Risignificazione estetica del non detto e autopoiesi pedagogica, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Dottorato di ricerca in Scienze pedagogiche, 31 Ciclo. DOI 10.48676/unibo/amsdottorato/8872.
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Abstract

Il concetto ossimorico di parola-muta evoca una potente immagine che mi ha spinto ad analizzare quegli aspetti e quelle problematiche comunicativo-espressive che si originano nella storicità della persona. Una pedagogia della parola-muta è un'indagine del “sottosuolo” del soggetto che non può evitare gli studi e i contributi della Filosofia, della Psicoanalisi, dell’Antropoanalisi e delle Neuroscienze, in quanto, queste discipline ci permettono di indagare il rischio di quel potenziale creativo che, se implode nel mutismo, non avrà modo di evolvere e tradursi in risorsa per realizzare cambiamenti generativi di risignificazione autopoietica. La parola muta proprio per la sua vasta fenomenologia legata alle diverse forme di indicibilità, conseguenti a realtà più o meno traumatiche, non può essere letta sotto un'unica categoria semantica di rimozione, ma in tutti quei processi di difesa all’origine del non detto. Le parole si interrompono perché l'eco emotivo dell'incomunicabilità eccede rispetto alla sua significazione. Ne consegue la paralisi della parola: una “lesione muta” da leggere come un sintomo, un significante di “qualcosa” che si nasconde e non riesce a rivelarsi. La parola-muta richiede, quindi, un agire educativo di cura e responsabilità pedagogica, in particolar modo per il suo duplice aspetto di segretezza intimistica: da un lato come cifra di potenzialità empatica da custodire, e dall'altro, come chiusura interiore da riconoscere per far sì che il silenzio non si trasformi in mutismo e solitudine. Donare possibilità di espressione alle parole-mute significa orientare la dimensione implicita dei non detti, delle fragilità e delle emozioni inibite al di fuori di una possibile implosione espressiva che potrebbe compromettere la generatività del soggetto in crescita. La parola-muta ha bisogno, per essere riconosciuta come esigenza espressiva del soggetto, di quell'intuizione e sensibilità estetica come prerogativa di una capacità educante al sentire, per risignificare poieticamente le parole che non trovano voce.

Abstract
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Lusardi, Alessia
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
31
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Indicibilità, parole inter-rotte, patico, risignificazione, laboratorialità, polisemia, autopoiesi.
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/8872
Data di discussione
11 Aprile 2019
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