Musumeci, Giuseppina
(2016)
HIV e terapia antiretrovirale: effetti sulla densita di massa ossea in soggetti sieropositivi e strategie preventive innovative, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Scienze biomediche, 28 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/7571.
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Abstract
L’avvento della terapia antiretrovirale ha trasformato l’infezione da HIV in una patologia di tipo cronico, rendendo possibile la manifestazione di comorbidità HIV-relate. Particolare importanza rivestono le lesioni a carico del compartimento osseo, infatti i soggetti sieropositivi hanno un rischio maggiore di sviluppare osteopenia e osteoporosi, rispetto alla popolazione sana.
Numerosi lavori hanno dimostrato come sia il virus HIV che la terapia antivirale siano in grado di determinare l’alterazione di questo bilancia, attraverso un’azione negativa diretta sulle cellule della linea osteoblastica.
Per quanto riguarda il compartimento osteoclastico, invece, le indicazioni presenti in letteratura sono poche e spesso contrastanti.
La prima parte di questo elaborato si è quindi focalizzata sullo studio dell’effetto indotto dal virus e dalla terapia antiretrovirale sulle cellule della linea osteoclastica in un modello sperimentale in vitro. I risultati ottenuti mostrano che in presenza del virus e della terapia si osserva un’intensificazione dell’attività osteoclastica, con conseguente riduzione della densità di massa ossea. Tuttavia, nonostante gli indubbi successi della cART la terapia non si è dimostrata in grado di eradicare l’infezione.
Questo scenario ha aperto la strada allo sviluppo di nuove molecole ad azione antiretrovirale in grado di bloccare l’ingresso del virus attraverso il contatto sessuale: in particolare, alcuni studi si sono focalizzati sull’utilizzo di composti da impiegare a livello delle mucose genitali, con lo scopo di contrastare, o almeno ridurre, la trasmissione di HIV-1.
In tal senso si è indirizzata la seconda parte della tesi, volta a valutare l’efficacia di una molecola di nuova concezione, un mini CD4 chiamato M48U1, da solo o in combinazione con farmaci tradizionali, nel ridurre o prevenire l’infezione di HIV-1. Dai dati emersi è possibile osservare una consistente riduzione della trasmissione dell’infezione sia su un modello in vitro che su un modello ex vivo.
Abstract
L’avvento della terapia antiretrovirale ha trasformato l’infezione da HIV in una patologia di tipo cronico, rendendo possibile la manifestazione di comorbidità HIV-relate. Particolare importanza rivestono le lesioni a carico del compartimento osseo, infatti i soggetti sieropositivi hanno un rischio maggiore di sviluppare osteopenia e osteoporosi, rispetto alla popolazione sana.
Numerosi lavori hanno dimostrato come sia il virus HIV che la terapia antivirale siano in grado di determinare l’alterazione di questo bilancia, attraverso un’azione negativa diretta sulle cellule della linea osteoblastica.
Per quanto riguarda il compartimento osteoclastico, invece, le indicazioni presenti in letteratura sono poche e spesso contrastanti.
La prima parte di questo elaborato si è quindi focalizzata sullo studio dell’effetto indotto dal virus e dalla terapia antiretrovirale sulle cellule della linea osteoclastica in un modello sperimentale in vitro. I risultati ottenuti mostrano che in presenza del virus e della terapia si osserva un’intensificazione dell’attività osteoclastica, con conseguente riduzione della densità di massa ossea. Tuttavia, nonostante gli indubbi successi della cART la terapia non si è dimostrata in grado di eradicare l’infezione.
Questo scenario ha aperto la strada allo sviluppo di nuove molecole ad azione antiretrovirale in grado di bloccare l’ingresso del virus attraverso il contatto sessuale: in particolare, alcuni studi si sono focalizzati sull’utilizzo di composti da impiegare a livello delle mucose genitali, con lo scopo di contrastare, o almeno ridurre, la trasmissione di HIV-1.
In tal senso si è indirizzata la seconda parte della tesi, volta a valutare l’efficacia di una molecola di nuova concezione, un mini CD4 chiamato M48U1, da solo o in combinazione con farmaci tradizionali, nel ridurre o prevenire l’infezione di HIV-1. Dai dati emersi è possibile osservare una consistente riduzione della trasmissione dell’infezione sia su un modello in vitro che su un modello ex vivo.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Musumeci, Giuseppina
Supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze mediche e chirurgiche
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
HIV, osteoporosi, microbicidi
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/7571
Data di discussione
22 Aprile 2016
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Musumeci, Giuseppina
Supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze mediche e chirurgiche
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
HIV, osteoporosi, microbicidi
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/7571
Data di discussione
22 Aprile 2016
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