Esperienze del sacro e (de)figurazioni di Cristo. Artaud, Beckett, Pasolini

Della Casa, Martina (2014) Esperienze del sacro e (de)figurazioni di Cristo. Artaud, Beckett, Pasolini, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Dottorato di ricerca in Les litteratures de l'europe unie-european literatures-letterature dell'europa unita, 26 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/6454.
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Abstract

“Dio è morto!” grida il folle nietzschano, ed è sotto l’egidia inquieta di questa celebre asserzione, espressione che traduce quel “disagio della civiltà” di cui parla Freud, che si sviluppano il pensiero, la letteratura e l’arte del XX secolo europeo, assumendone le conseguenze. Eppure, non solo il cristianesimo, di cui quest’urlo testimonia l’estrema decadenza, resta insistentemente presente in seno alle produzioni artistiche di questo secolo, anche le più dichiaratamente atee, ma la figura di Cristo, attorno alla quale questa religione e il suo sistema di credenza si strutturano, sembra tanto letteralmente quanto paradossalmente, infestare l’immaginario novecentesco europeo. Questo lavoro si propone quindi di indagare, in un’ottica interdisciplinare (letteratura, arte, cinema), proprio questa dinamica controversa, le sue ragioni, i processi che la sottendono e i suoi effetti, a partire dall’opera eclettica e esemplare di tre autori : Artaud, Beckett e Pasolini. Il fine è quello di offrire una chiave di lettura di questa problematica che metta in luce quanto la “conversione di credenza”, per dirlo in termini deleuziani, a cui questi autori partecipano, non implichi affatto un rigetto puramente profanatorio del cristianesimo, bensì la messa in opera di quel movimento, tanto violento quanto liberatorio, che Nancy definisce di “decostruzione del cristianesimo”. Questo lavoro si propone dunque, prima, di indagare, alla luce dell’esperienza interiore di Bataille, l’immaginario cristologico che è sotteso, più o meno visibilmente, alla loro produzione, e poi di analizzarne le movenze e gli effetti interrogandoli a partire da quella dinamica ambivalente che Grossman definisce di “defigurazione della forma cristologica”. Gli eccessi derliranti di Artaud, l’ironia talgiente di Beckett e la passionalità ambigua di Pasolini si rivelano così essere partecipi di un movimento comune che, oscillando tra ripresa e rifiuto, sfocia in un attitudine tanto distruttiva quanto rivitalizzante, nei confronti dei fondamenti del cristianesimo.

Abstract
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Della Casa, Martina
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze umanistiche
Ciclo
26
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Sacré/Sacred/Sacro – Expérience/Experience/Esperienza – Christianisme/Christianity/Cristianesimo – Christ/Cristo - (Dé)figuration/(De)figuration/(De)figurazione - Littérature Européenne/European Literature/Letteratura Europea - Antonin Artaud - Samuel Beckett - Pier Paolo Pasolini
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/6454
Data di discussione
4 Giugno 2014
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