Cecere, Roberto
(2013)
Residual visual processing following real or virtual lesions to primary visual pathways, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Neuroscienze cognitive, 25 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/5896.
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Abstract
Una lesione alla via visiva primaria (genicolo-striata) causa cecità nel campo visivo controlesionale. Ciononostante, studi precedenti suggeriscono che, mediante vie visive alternative che non coinvolgono la corteccia striata, i pazienti con deficit di campo visivo potrebbero ancora riuscire ad elaborare implicitamente la valenza affettiva degli stimoli emotivi non visti (affective blindsight) e di sfruttare meccanismi multisensoriali (audio-visivi), cosicchè la stimolazione uditiva migliori la detezione visiva di stimoli non percepiti quando presentati da soli (crossmodal blindsight).
Nella presente tesi si sono indagate l’elaborazione emotiva implicita e l’integrazione multisensoriale osservabili quando l’elaborazione visiva cosciente è impedita da lesioni reali o virtuali della via genicolo-striata, in modo da chiarire sia la natura di tali processi sia gli aspetti funzionali dei circuiti neurali sottostanti.
Le evidenze sperimentali qui presentate dimostrano che, in assenza di elaborazione corticale, le vie visive alternative sottocorticali consentono l’elaborazione implicita del contenuto emotivo delle espressioni facciali, ma che tale abilità è limitata alle espressioni di paura. Questo suggerisce l’esistenza di un sistema sottocorticale specializzato nella detezione di segnali di pericolo a partire da segnali visivi grezzi, permettendo dunque il rapido reclutamento di risposte comportamentali di lotta o fuga già prima che possa avvenire un riconoscimento conscio e dettagliato delle potenziali minacce.
Inoltre, la presente tesi estende le conoscenze riguardo ai fenomeni di “crossmodal blindsight”, dimostrando che, a differenza della detezione visiva, la discriminazione di orientamento di linee non può essere migliorata dalla presentazione di suoni quando la corteccia striata non è funzionante. Questo dato suggerisce da un lato che la corteccia striata ha un ruolo causativo nel miglioramento “cross-modale” della sensibilità visiva all’orientamento e, dall’altro, che le vie visive sottocorticali che non coinvolgono la corteccia striata, anche se permettono l’integrazione di segnali audio-visivi e il miglioramento della semplice detezione, non possono potenziare abilità visive complesse, come la discriminazione di orientamento
Abstract
Una lesione alla via visiva primaria (genicolo-striata) causa cecità nel campo visivo controlesionale. Ciononostante, studi precedenti suggeriscono che, mediante vie visive alternative che non coinvolgono la corteccia striata, i pazienti con deficit di campo visivo potrebbero ancora riuscire ad elaborare implicitamente la valenza affettiva degli stimoli emotivi non visti (affective blindsight) e di sfruttare meccanismi multisensoriali (audio-visivi), cosicchè la stimolazione uditiva migliori la detezione visiva di stimoli non percepiti quando presentati da soli (crossmodal blindsight).
Nella presente tesi si sono indagate l’elaborazione emotiva implicita e l’integrazione multisensoriale osservabili quando l’elaborazione visiva cosciente è impedita da lesioni reali o virtuali della via genicolo-striata, in modo da chiarire sia la natura di tali processi sia gli aspetti funzionali dei circuiti neurali sottostanti.
Le evidenze sperimentali qui presentate dimostrano che, in assenza di elaborazione corticale, le vie visive alternative sottocorticali consentono l’elaborazione implicita del contenuto emotivo delle espressioni facciali, ma che tale abilità è limitata alle espressioni di paura. Questo suggerisce l’esistenza di un sistema sottocorticale specializzato nella detezione di segnali di pericolo a partire da segnali visivi grezzi, permettendo dunque il rapido reclutamento di risposte comportamentali di lotta o fuga già prima che possa avvenire un riconoscimento conscio e dettagliato delle potenziali minacce.
Inoltre, la presente tesi estende le conoscenze riguardo ai fenomeni di “crossmodal blindsight”, dimostrando che, a differenza della detezione visiva, la discriminazione di orientamento di linee non può essere migliorata dalla presentazione di suoni quando la corteccia striata non è funzionante. Questo dato suggerisce da un lato che la corteccia striata ha un ruolo causativo nel miglioramento “cross-modale” della sensibilità visiva all’orientamento e, dall’altro, che le vie visive sottocorticali che non coinvolgono la corteccia striata, anche se permettono l’integrazione di segnali audio-visivi e il miglioramento della semplice detezione, non possono potenziare abilità visive complesse, come la discriminazione di orientamento
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Cecere, Roberto
Supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze umanistiche
Ciclo
25
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/5896
Data di discussione
18 Luglio 2013
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Cecere, Roberto
Supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze umanistiche
Ciclo
25
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/5896
Data di discussione
18 Luglio 2013
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