Stato di diritto e indipendenza del giudice nell'ordinamento dell'Unione europea con riferimento al sistema di cooperazione giudiziaria penale.

Al tempo della crisi dei valori fondativi dell’Unione, il presente lavoro di tesi si propone, in primo luogo, di ricostruire la nozione di Stato di diritto, con riguardo al principio dell’indipendenza del giudice nazionale; in secondo luogo, di analizzare criticamente gli strumenti a tutela di questo ultimo principio messi in campo dalle istituzioni europee; da ultimo, di comprendere gli effetti – e le soluzioni a questi – del deterioramento dell’indipendenza sugli strumenti di cooperazione giudiziaria penale con un focus puntuale sul mandato d’arresto europeo. Nella prima parte, il lavoro esamina le diverse disposizioni che si riferiscono all’indipendenza al fine di delineare il nuovo “statuto” del principio dell’indipendenza (artt. 2, 19, par.1, TUE, 267 TFUE, 47 CdFUE). Sennonchè la crescente consapevolezza dell’erosione di tale principio in alcuni ordinamenti nazionali ha fatto emergere la necessità di moltiplicare gli strumenti di protezione dello Stato di diritto. Per questo motivo la seconda parte del lavoro, in primo luogo, traccia una tassonomia delle procedure a tutela della Rule of Law, classificandole in strumenti: i) politici; ii) dialogici; iii) finanziari; e iv) giudiziari. In secondo luogo, esso si propone di valutare limiti e potenzialità dei citati strumenti e delle modalità con le quali le istituzioni europee ne hanno fatto uso. Da ultimo, il lavoro affronta le conseguenze della crisi dell’indipendenza del giudice sui rapporti tra le autorità nazionali nell’applicazione degli strumenti di cooperazione giudiziaria penale. Analizzato il requisito dell’indipendenza dell’autorità di emissione di un MAE, la trattazione si concentra sulla analisi critica della soluzione offerta dalla Corte nel caso LM relativamente al diritto del singolo ad un giudice indipendenza e imparziale.