Carlone, Teresa
(2016)
Messa alla prova e mediazione. Discrezionalità degli attori e pratiche di utilizzo, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Sociologia, 28 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/7350.
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Abstract
Lo scopo della ricerca qui presentata è comprendere e tentare di spiegare, utilizzando due studi di caso, il Tribunali per i Minorenni dell’Emilia Romagna e del New Jersey, come la cultura della mediazione, e quella di riferimento del Restorative paradigm, possa essere legata alla discrezionalità soggettiva (favorevole o meno) degli operatori del sistema di giustizia minorile. In tale prospettiva, si cercherà di cogliere, all’interno del più ampio discorso sulla discrezionalità degli attori del processo penale minorile, l’importanza di fattori peculiari (quali la socializzazione lavorativa degli operatori, le prassi consolidate nei Tribunali e negli USSM, la collaborazione o mancata coordinazione tra gli attori stessi) negli orientamenti delle scelte di strumenti alternativi propri della restorative justice entro misure di intervento per giovani autori di reato.
Trattandosi di un case study, non vi è alcuna pretesa di esaustività o generalizzabilità dei risultati ottenuti; essi, tuttavia, potrebbero rappresentare un significativo ed utile momento di riflessione dal quale (ri)partire per definire nuove procedure da attivare in questo ambito come, peraltro, da richiesta degli Organismi Comunitari, Europei e sovranazionali. A tal fine, si è scelto di individuare uno specifico istituto giuridico – peculiare del processo penale minorile – la messa alla prova (MAP) che, meglio di altri, permette la concreta applicazione di uno strumento della giustizia riparativa quale è la mediazione penale fra vittima e autore di reato. La comparazione con la realtà statunitense, nello specifico, mira ad arricchire l’analisi ponendo a confronto l’impiego di strumenti di giustizia riparativa – con particolare attenzione alle pratiche mediative – nei due contesti considerati. Il Nord America, patria natia dei programmi di diversion e della restorative justice, si configura come termine di paragone ideale per sviluppare una riflessione approfondita rispetto all’attenzione rivolta alle vittime e al consolidamento di una cultura della giustizia riparativa.
Abstract
Lo scopo della ricerca qui presentata è comprendere e tentare di spiegare, utilizzando due studi di caso, il Tribunali per i Minorenni dell’Emilia Romagna e del New Jersey, come la cultura della mediazione, e quella di riferimento del Restorative paradigm, possa essere legata alla discrezionalità soggettiva (favorevole o meno) degli operatori del sistema di giustizia minorile. In tale prospettiva, si cercherà di cogliere, all’interno del più ampio discorso sulla discrezionalità degli attori del processo penale minorile, l’importanza di fattori peculiari (quali la socializzazione lavorativa degli operatori, le prassi consolidate nei Tribunali e negli USSM, la collaborazione o mancata coordinazione tra gli attori stessi) negli orientamenti delle scelte di strumenti alternativi propri della restorative justice entro misure di intervento per giovani autori di reato.
Trattandosi di un case study, non vi è alcuna pretesa di esaustività o generalizzabilità dei risultati ottenuti; essi, tuttavia, potrebbero rappresentare un significativo ed utile momento di riflessione dal quale (ri)partire per definire nuove procedure da attivare in questo ambito come, peraltro, da richiesta degli Organismi Comunitari, Europei e sovranazionali. A tal fine, si è scelto di individuare uno specifico istituto giuridico – peculiare del processo penale minorile – la messa alla prova (MAP) che, meglio di altri, permette la concreta applicazione di uno strumento della giustizia riparativa quale è la mediazione penale fra vittima e autore di reato. La comparazione con la realtà statunitense, nello specifico, mira ad arricchire l’analisi ponendo a confronto l’impiego di strumenti di giustizia riparativa – con particolare attenzione alle pratiche mediative – nei due contesti considerati. Il Nord America, patria natia dei programmi di diversion e della restorative justice, si configura come termine di paragone ideale per sviluppare una riflessione approfondita rispetto all’attenzione rivolta alle vittime e al consolidamento di una cultura della giustizia riparativa.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Carlone, Teresa
Supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze politiche e sociali
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Sistema penale minorile; messa alla prova; mediazione; giustizia riparativa; vittima; probation; diversion; Italia; Stati Uniti; discrezionalità.
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/7350
Data di discussione
9 Giugno 2016
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Carlone, Teresa
Supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze politiche e sociali
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Sistema penale minorile; messa alla prova; mediazione; giustizia riparativa; vittima; probation; diversion; Italia; Stati Uniti; discrezionalità.
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/7350
Data di discussione
9 Giugno 2016
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