Ade, Iside e i Giganti. Studio sulla persistenza della mitologia classica nella cultura medievale e umanistica

Ottaviani, Giulia (2024) Ade, Iside e i Giganti. Studio sulla persistenza della mitologia classica nella cultura medievale e umanistica, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna. Dottorato di ricerca in Beni culturali e ambientali, 36 Ciclo.
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Abstract

Questa tesi nasce dall’esigenza di comprendere alcuni aspetti della trasmissione e della presenza del mito greco e latino durante il Medioevo, epoca in cui le divinità pagane non di rado venivano rappresentate all’interno di contesti iconografici cristiani. Allo stesso modo, alcune tra le più celebri opere letterarie inscenavano o trattavano di figure mitologiche: si pensi, ad esempio, all’Inferno dantesco oppure al Boccaccio, che dedicò un’intera opera alla genealogia degli dèi pagani e si occupò di divinità femminili pagane nel De mulieribus claris. Se il cristianesimo era ormai completamente affermato e il paganesimo pressoché tramontato, in che modo questi autori concepivano gli dèi? Quali erano i loro modelli visivi e testuali di riferimento? Tenendo conto del processo di trasmissione e assimilazione di questa cultura mitologica nel mondo romano antico, questa tesi ha evidenziato l’importanza di alcune iconografie medio-bizantine che sembrano comparire a breve distanza anche in Occidente, probabilmente grazie agli svariati scambi culturali e commerciali che intercorrevano tra Bisanzio, Venezia e il meridione d’Italia. In quest’analisi è emerso come durante cosiddetta Rinascenza macedone, un’epoca segnata dal recupero dell’arte e della cultura classica, le figure mitologiche e cristiane venissero identificate e inserite nel medesimo contesto iconografico della Deutera Parousia (il Giudizio Universale), delle Dodici Feste di Cristo con particolare riferimento all’Anastasis (la discesa di Cristo agli Inferi) e alla Crocifissione, e della rappresentazione di alcuni martiri quali i Quaranta di Sebaste. Contrariamente alla storiografia del Novecento, che sottolineava una semplice sopravvivenza dei miti, qui si è tentato di evidenziare una persistenza del mito antico veicolato in parte dall’attività culturale di Bisanzio, che fu un’importante fonte d’ispirazione anche per le rappresentazioni artistiche dell’Occidente medievale.

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