La discrezionalità del legislatore nella giurisprudenza costituzionale

Il presente lavoro mira ad analizzare la questione della discrezionalità del legislatore e i limiti della revisione costituzionale. Nella prima parte dell'indagine, sono sottolineati gli elementi fondamentali oggetto di dibattito alla Costituente e la natura del giudizio di costituzionalità, con particolare riferimento all'art. 134 Cost., in cui viene esplicitata la natura del sindacato di costituzionalità, e all'art. 28 della legge. 87 del 1953, che esclude ogni valutazione di natura politica e qualsiasi sindacato sull'uso del potere discrezionale del Parlamento, vietando così, anche all'interprete istituzionale, di cambiare le regole del sistema. La seconda parte del lavoro è dedicata alla giurisprudenza costituzionale. Le decisioni acquisite sono sistematizzate secondo tre direttrici fondamentali. Innanzitutto, vie fatta una suddivisione per materia e, all'interno di questa, si pone l'accento sulla successione cronologica delle stesse (pronunce) al fine di individuare possibili tendenze idonee a delineare un (possibile) vincolo giudiziario nel suo evolversi nel tempo. Poi ci si sofferma sul tipo di pronuncia. Infine, sono studiate le motivazioni ricorrenti più in dettaglio. Nella parte finale dello studio, è affrontata la particolare dottrina della political question elaborata negli Stati Uniti in quanto parrebbe presentare numerose affinità con il limite della discrezionalità del legislatore così come elaborato dalla dottrina e dalla giurisprudenza italiana.