Il problema della circolazione dei beni di provenienza donativa

Il crescente timore di un imminente e consistente appesantimento dell’aliquota dell’imposta di successione e donazione e le sempre più sentite esigenze sociali di pianificazione patrimoniale in ambito imprenditoriale e successorio hanno contribuito negli ultimi anni ad un vigoroso incremento del numero di donazioni effettuate. Ciò ha riportato in primo piano il tema della problematica circolazione dei beni donati: tali beni, come è noto, rimangono infatti esposti alle pretese dei legittimari del donante anche successivamente al trasferimento dal donatario a terzi, con conseguente instabilità dell'aquisto da parte di questi ultimi, sino alla prescrizione dei rimedi successori potenzialmente esperibili dai primi. Il presente lavoro si pone come obiettivo di approfondire il tema della circolazione dei beni di provenienza donativa con l’intento di favorire una piena riscoperta del contratto di donazione come efficace e consigliabile strumento di pianificazione patrimoniale e successoria. Nel corso del lavoro, si ripercorreranno le ragioni storiche profonde dell’esistenza di una così pregnante tutela per i legittimari nel nostro ordinamento, valutando anche alcuni possibili sviluppi futuri della disciplina codicistica in questione, si tenterà di far emergere in maniera sufficientemente chiara quali siano i confini di rilevanza del problema della circolazione dei beni donati e di catalogare in maniera organica le possibili soluzioni, distinguendo le più efficaci dalle meno consigliabili. In tal modo, si individueranno, anche alla luce della più recente giurisprudenza di merito e di legittimità, le principali soluzioni negoziali che possano essere concretamente utilizzate per circoscrivere o, per quanto possibile, neutralizzare gli aspetti problematici della questione.