Corazza, Pietro
(2021)
L'intelligenza collettiva al tempo delle piattaforme digitali.
Il modello del formicaio: implicazioni pedagogiche e alternative possibili, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Scienze pedagogiche, 33 Ciclo. DOI 10.48676/unibo/amsdottorato/9724.
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Abstract
Questa tesi propone una riflessione sulle implicazioni pedagogiche delle modalità attraverso cui le piattaforme digitali producono conoscenze.
In particolare il discorso si concentra sul concetto di intelligenza collettiva e sui modi in cui esso viene reinterpretato nei contesti digitali. Attualmente la maggioranza delle piattaforme digitali tende a sviluppare un modello di intelligenza collettiva definibile come “formicaio”: al suo interno la priorità è data all'elaborazione centralizzata dei dati, alla quale le persone contribuiscono senza avere consapevolezza del funzionamento complessivo del sistema, come le formiche all'interno di un formicaio. Gli scopi dell'intelligenza collettiva così intesa non comprendono la crescita personale degli individui né il loro apprendimento: l'obiettivo è unicamente quello di perfezionare le conoscenze detenute da chi controlla la piattaforma.
Il modello del formicaio presenta implicazioni pedagogiche altamente problematiche. In primo luogo, esso appare in contrasto con un'educazione volta a promuovere lo sviluppo del pensiero critico negli studenti, poiché quest’ultima si basa sul presupposto che le persone siano, almeno in parte, autonome e capaci di scegliere per sé stesse, mentre il formicaio si fonda su una concezione dell’essere umano di derivazione comportamentista, secondo cui le persone sono considerate primariamente come organismi manipolabili. In secondo luogo, il formicaio appare fortemente in tensione con i presupposti dell’educazione democratica, secondo cui è necessario fornire un’educazione di qualità all’intera cittadinanza: al contrario, per garantire il funzionamento del formicaio appare sufficiente investire sull’educazione riservata ad una élite di individui destinati alla gestione delle piattaforme digitali, trascurando o destinando solo scarse risorse al resto della popolazione.
Ciò suscita un interrogativo fondamentale: è possibile realizzare forme di intelligenza collettiva “a misura di essere umano”, che abbiano come priorità la crescita e la valorizzazione degli individui e delle comunità, oppure i moderni processi di burocratizzazione e specializzazione del sapere conducono inevitabilmente ad una diffusione sempre maggiore del modello del formicaio?
Abstract
Questa tesi propone una riflessione sulle implicazioni pedagogiche delle modalità attraverso cui le piattaforme digitali producono conoscenze.
In particolare il discorso si concentra sul concetto di intelligenza collettiva e sui modi in cui esso viene reinterpretato nei contesti digitali. Attualmente la maggioranza delle piattaforme digitali tende a sviluppare un modello di intelligenza collettiva definibile come “formicaio”: al suo interno la priorità è data all'elaborazione centralizzata dei dati, alla quale le persone contribuiscono senza avere consapevolezza del funzionamento complessivo del sistema, come le formiche all'interno di un formicaio. Gli scopi dell'intelligenza collettiva così intesa non comprendono la crescita personale degli individui né il loro apprendimento: l'obiettivo è unicamente quello di perfezionare le conoscenze detenute da chi controlla la piattaforma.
Il modello del formicaio presenta implicazioni pedagogiche altamente problematiche. In primo luogo, esso appare in contrasto con un'educazione volta a promuovere lo sviluppo del pensiero critico negli studenti, poiché quest’ultima si basa sul presupposto che le persone siano, almeno in parte, autonome e capaci di scegliere per sé stesse, mentre il formicaio si fonda su una concezione dell’essere umano di derivazione comportamentista, secondo cui le persone sono considerate primariamente come organismi manipolabili. In secondo luogo, il formicaio appare fortemente in tensione con i presupposti dell’educazione democratica, secondo cui è necessario fornire un’educazione di qualità all’intera cittadinanza: al contrario, per garantire il funzionamento del formicaio appare sufficiente investire sull’educazione riservata ad una élite di individui destinati alla gestione delle piattaforme digitali, trascurando o destinando solo scarse risorse al resto della popolazione.
Ciò suscita un interrogativo fondamentale: è possibile realizzare forme di intelligenza collettiva “a misura di essere umano”, che abbiano come priorità la crescita e la valorizzazione degli individui e delle comunità, oppure i moderni processi di burocratizzazione e specializzazione del sapere conducono inevitabilmente ad una diffusione sempre maggiore del modello del formicaio?
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Corazza, Pietro
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
33
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Collective intelligence; Digital platforms; Pedagogy of the oppressed; Big Data; Algorithms; Media Education; Critical Pedagogy; Anthill model; Convivial technology; Digital surveillance; Consciousness; Bureaucracy; Critical Thinking; Educational Technologies; Digital Profiling
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/9724
Data di discussione
20 Maggio 2021
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Corazza, Pietro
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
33
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Collective intelligence; Digital platforms; Pedagogy of the oppressed; Big Data; Algorithms; Media Education; Critical Pedagogy; Anthill model; Convivial technology; Digital surveillance; Consciousness; Bureaucracy; Critical Thinking; Educational Technologies; Digital Profiling
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/9724
Data di discussione
20 Maggio 2021
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