Vai, Elena
(2021)
INCORPOREAL CITIES.
Dalle città creative al commoning design delle comunità progettanti, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Architettura e culture del progetto, 33 Ciclo. DOI 10.48676/unibo/amsdottorato/9633.
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Abstract
L’ambito della ricerca si riferisce al tempo, ai processi, alle pratiche e agli strumenti del design, espressi negli eventi progettati quali agenti di trasformazione nella relazione tra individuo, comunità e territorio.
Il contesto è la città contemporanea entrata in un processo di mutazione continua, complice la crisi economico-finanziaria del 2007, e trasformata dagli effetti delle tecnologie abilitanti digitali, una condizione oggi amplificata dall’epidemia da Coronavirus. La grande crisi del capitalismo finanziario ha privato le pubbliche amministrazioni delle risorse e delle politiche di sostegno alla trasformazione urbana top down, mentre le tecnologie abilitanti hanno accelerato e reso inabili i tradizionali processi di relazione tra soggetti. La crisi attuale sta incentivando la migrazione dei comportamenti sociali dall’ambiente naturale verso l’ambiente virtuale, sostituendo l’esperienza fisica nello spazio-tempo della città con l’esperienza digitale, a vantaggio dell’incorporeità.
I segnali deboli testimoni di questo processo di trasformazione sono l’emergere di piattaforme interattive che abilitano modelli in co-design di sviluppo, produzione, distribuzione e comunicazione, grazie a software open-source e licenze creative commons che incentivano processi di coinvolgimento bottom up. Queste modalità per creare e collaborare si fondano su metodologie mutuate dal design, su pratiche diffuse quali crowdsourcing e crowdfunding, su azioni informali ed eventi temporanei che contano sulle tecnologie abilitanti e sulla partecipazione di comunità di interesse.
La ricerca si è sviluppata a partire da un regesto di casi internazionali per contestualizzarsi nell’esperienza delle grandi città italiane e infine passare alla applicazione sul campo nella città di Bologna, dove ho praticato l’esperienza di ricerca field in Bologna Design Week.
L’ipotesi dimostrata è che gli eventi progettati possano essere uno strumento di riattivazione culturale e di cura delle comunità; una strategia di orientamento delle identità mutanti nella città contemporanea; un insieme di pratiche reiterabili di commoning design, creatività, tecnologie digitali e storytelling.
Abstract
L’ambito della ricerca si riferisce al tempo, ai processi, alle pratiche e agli strumenti del design, espressi negli eventi progettati quali agenti di trasformazione nella relazione tra individuo, comunità e territorio.
Il contesto è la città contemporanea entrata in un processo di mutazione continua, complice la crisi economico-finanziaria del 2007, e trasformata dagli effetti delle tecnologie abilitanti digitali, una condizione oggi amplificata dall’epidemia da Coronavirus. La grande crisi del capitalismo finanziario ha privato le pubbliche amministrazioni delle risorse e delle politiche di sostegno alla trasformazione urbana top down, mentre le tecnologie abilitanti hanno accelerato e reso inabili i tradizionali processi di relazione tra soggetti. La crisi attuale sta incentivando la migrazione dei comportamenti sociali dall’ambiente naturale verso l’ambiente virtuale, sostituendo l’esperienza fisica nello spazio-tempo della città con l’esperienza digitale, a vantaggio dell’incorporeità.
I segnali deboli testimoni di questo processo di trasformazione sono l’emergere di piattaforme interattive che abilitano modelli in co-design di sviluppo, produzione, distribuzione e comunicazione, grazie a software open-source e licenze creative commons che incentivano processi di coinvolgimento bottom up. Queste modalità per creare e collaborare si fondano su metodologie mutuate dal design, su pratiche diffuse quali crowdsourcing e crowdfunding, su azioni informali ed eventi temporanei che contano sulle tecnologie abilitanti e sulla partecipazione di comunità di interesse.
La ricerca si è sviluppata a partire da un regesto di casi internazionali per contestualizzarsi nell’esperienza delle grandi città italiane e infine passare alla applicazione sul campo nella città di Bologna, dove ho praticato l’esperienza di ricerca field in Bologna Design Week.
L’ipotesi dimostrata è che gli eventi progettati possano essere uno strumento di riattivazione culturale e di cura delle comunità; una strategia di orientamento delle identità mutanti nella città contemporanea; un insieme di pratiche reiterabili di commoning design, creatività, tecnologie digitali e storytelling.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Vai, Elena
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
33
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Eventi, tempo, engagement, commoning design, incorporeal city.
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/9633
Data di discussione
19 Marzo 2021
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Vai, Elena
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
33
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Eventi, tempo, engagement, commoning design, incorporeal city.
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/9633
Data di discussione
19 Marzo 2021
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