De Paz, Daniele
(2008)
Progettare l'ospitalità: turismi e turisti della città contemporanea, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Ingegneria edilizia e territoriale, 20 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/894.
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Abstract
La ricerca si pone come obbiettivo principale quello di individuare gli strumenti in grado di controllare la
qualità di una progettazione specifica che risponde alle forti richieste della domanda turistica di un territorio.
Parte dalle più semplici teorie che inquadrano una costante condizione dell’uomo, “il VIAGGIARE”. La
ricerca si pone come primo interrogativo quello definire una “dimensione” in cui le persone viaggiano, dove il
concetto fisico di spazio dedicato alla vita si è spostato come e quanto si sposta la gente. Esiste una sorta di
macroluogo (destinazione) che comprende tutti gli spazi dove la gente arriva e da cui spesso riparte.
Pensare all'architettura dell’ospitalità significa indagare e comprendere come la casa non è più il solo
luogo dove la gente abita. La ricerca affonda le proprie tesi sull’importanza dei “luoghi” appartenenti ad un
territorio e come essi debbano riappropriarsi, attraverso un percorso progettuale, della loro più stretta
vocazione attrattiva. Così come si sviluppa un’architettura dello stare, si manifesta un’architettura dello
spostarsi e tali architetture si confondono e si integrano ad un territorio che per sua natura è esso stesso
attrattivo. L’origine terminologica di nomadismo è passaggio necessario per la comprensione di una nuova
dimensione architettonica legata a concetti quali mobilità e abitare. Si indaga pertanto all’interno della
letteratura “diasporica”, in cui compaiono le prime configurazioni legate alla provvisorietà e alle costruzioni
“erranti”. In sintesi, dopo aver posizionato e classificato il fenomeno turistico come nuova forma dell’abitare,
senza il quale non si potrebbe svolgere una completa programmazione territoriale in quanto fenomeno
oramai imprescindibile, la ricerca procede con l’individuazione di un ambito inteso come strumento di
indagine sulle relazioni tra le diverse categorie e “tipologie” turistiche. La Riviera Romagnola è sicuramente
molto famosa per la sua ospitalità e per le imponenti infrastrutture turistiche ma a livello industriale non è
meno famosa per il porto di Ravenna che costituisce un punto di riferimento logistico per lo scambio di merci
e materie prime via mare, oltre che essere, in tutta la sua estensione, caso di eccellenza. La provincia di
Ravenna mette insieme tutti i fattori che servono a soddisfare le Total Leisure Experience, cioè esperienze
di totale appagamento durante la vacanza. Quello che emerge dalle considerazioni svolte sul territorio
ravennate è che il turista moderno non va più in cerca di una vacanza monotematica, in cui stare solo in
spiaggia o occuparsi esclusivamente di monumenti e cultura. La richiesta è quella di un piacere procurato
da una molteplicità di elementi. Pensiamo ad un distretto turistico dove l’offerta, oltre alla spiaggia o gli
itinerari culturali, è anche occasione per fare sport o fitness, per rilassarsi in luoghi sereni, per gustare o
acquistare cibi tipici e, allo stesso tempo, godere degli stessi servizi che una persona può avere a
disposizione nella propria casa.
Il percorso, finalizzato a definire un metodo di progettazione dell’ospitalità, parte dalla acquisizione delle
esperienze nazionali ed internazionali avvenute negli ultimi dieci anni. La suddetta fase di ricerca “tipologica”
si è conclusa in una valutazione critica che mette in evidenza punti di forza e punti di debolezza delle
esperienze prese in esame. La conclusione di questa esplorazione ha prodotto una prima stesura degli
“obbiettivi concettuali” legati alla elaborazione di un modello architettonico. Il progetto di ricerca in oggetto
converge sul percorso tracciato dai Fiumi Uniti in Ravenna. Tale scelta consente di prendere in
considerazione un parametro che mostri fattori di continuità tra costa e città, tra turismo balneare e turismo
culturale, considerato quindi come potenziale strumento di connessione tra realtà spesso omologhe o
complementari, in vista di una implementazione turistica che il progetto di ricerca ha come primo tra i suoi
obiettivi. Il tema dell’architettura dell’ospitalità, che in questo caso si concretizza nell’idea di sperimentare
l’ALBERGO DIFFUSO, è quello che permette di evidenziare al meglio la forma specifica della cultura locale,
salvandone la vocazione universale. La proposta progettuale si articola in uno studio consequenziale ed
organico in grado di promuovere una riflessione originale sul tema del modulo “abitativo” nei luoghi di
prossimità delle emergenze territoriali di specifico interesse, attorno alle quali la crescente affluenza di
un’utenza fortemente differenziata evidenzia la necessità di nodi singolari che si prestino a soddisfare una
molteplicità di usi in contesti di grande pregio.
Abstract
La ricerca si pone come obbiettivo principale quello di individuare gli strumenti in grado di controllare la
qualità di una progettazione specifica che risponde alle forti richieste della domanda turistica di un territorio.
Parte dalle più semplici teorie che inquadrano una costante condizione dell’uomo, “il VIAGGIARE”. La
ricerca si pone come primo interrogativo quello definire una “dimensione” in cui le persone viaggiano, dove il
concetto fisico di spazio dedicato alla vita si è spostato come e quanto si sposta la gente. Esiste una sorta di
macroluogo (destinazione) che comprende tutti gli spazi dove la gente arriva e da cui spesso riparte.
Pensare all'architettura dell’ospitalità significa indagare e comprendere come la casa non è più il solo
luogo dove la gente abita. La ricerca affonda le proprie tesi sull’importanza dei “luoghi” appartenenti ad un
territorio e come essi debbano riappropriarsi, attraverso un percorso progettuale, della loro più stretta
vocazione attrattiva. Così come si sviluppa un’architettura dello stare, si manifesta un’architettura dello
spostarsi e tali architetture si confondono e si integrano ad un territorio che per sua natura è esso stesso
attrattivo. L’origine terminologica di nomadismo è passaggio necessario per la comprensione di una nuova
dimensione architettonica legata a concetti quali mobilità e abitare. Si indaga pertanto all’interno della
letteratura “diasporica”, in cui compaiono le prime configurazioni legate alla provvisorietà e alle costruzioni
“erranti”. In sintesi, dopo aver posizionato e classificato il fenomeno turistico come nuova forma dell’abitare,
senza il quale non si potrebbe svolgere una completa programmazione territoriale in quanto fenomeno
oramai imprescindibile, la ricerca procede con l’individuazione di un ambito inteso come strumento di
indagine sulle relazioni tra le diverse categorie e “tipologie” turistiche. La Riviera Romagnola è sicuramente
molto famosa per la sua ospitalità e per le imponenti infrastrutture turistiche ma a livello industriale non è
meno famosa per il porto di Ravenna che costituisce un punto di riferimento logistico per lo scambio di merci
e materie prime via mare, oltre che essere, in tutta la sua estensione, caso di eccellenza. La provincia di
Ravenna mette insieme tutti i fattori che servono a soddisfare le Total Leisure Experience, cioè esperienze
di totale appagamento durante la vacanza. Quello che emerge dalle considerazioni svolte sul territorio
ravennate è che il turista moderno non va più in cerca di una vacanza monotematica, in cui stare solo in
spiaggia o occuparsi esclusivamente di monumenti e cultura. La richiesta è quella di un piacere procurato
da una molteplicità di elementi. Pensiamo ad un distretto turistico dove l’offerta, oltre alla spiaggia o gli
itinerari culturali, è anche occasione per fare sport o fitness, per rilassarsi in luoghi sereni, per gustare o
acquistare cibi tipici e, allo stesso tempo, godere degli stessi servizi che una persona può avere a
disposizione nella propria casa.
Il percorso, finalizzato a definire un metodo di progettazione dell’ospitalità, parte dalla acquisizione delle
esperienze nazionali ed internazionali avvenute negli ultimi dieci anni. La suddetta fase di ricerca “tipologica”
si è conclusa in una valutazione critica che mette in evidenza punti di forza e punti di debolezza delle
esperienze prese in esame. La conclusione di questa esplorazione ha prodotto una prima stesura degli
“obbiettivi concettuali” legati alla elaborazione di un modello architettonico. Il progetto di ricerca in oggetto
converge sul percorso tracciato dai Fiumi Uniti in Ravenna. Tale scelta consente di prendere in
considerazione un parametro che mostri fattori di continuità tra costa e città, tra turismo balneare e turismo
culturale, considerato quindi come potenziale strumento di connessione tra realtà spesso omologhe o
complementari, in vista di una implementazione turistica che il progetto di ricerca ha come primo tra i suoi
obiettivi. Il tema dell’architettura dell’ospitalità, che in questo caso si concretizza nell’idea di sperimentare
l’ALBERGO DIFFUSO, è quello che permette di evidenziare al meglio la forma specifica della cultura locale,
salvandone la vocazione universale. La proposta progettuale si articola in uno studio consequenziale ed
organico in grado di promuovere una riflessione originale sul tema del modulo “abitativo” nei luoghi di
prossimità delle emergenze territoriali di specifico interesse, attorno alle quali la crescente affluenza di
un’utenza fortemente differenziata evidenzia la necessità di nodi singolari che si prestino a soddisfare una
molteplicità di usi in contesti di grande pregio.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
De Paz, Daniele
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
20
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
architetture dell'ospitalità turismi evoluti sistemi diffusi
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/894
Data di discussione
23 Maggio 2008
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
De Paz, Daniele
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
20
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
architetture dell'ospitalità turismi evoluti sistemi diffusi
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/894
Data di discussione
23 Maggio 2008
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