Malena, Micaela
(2008)
Il diritto di asilo tra ordinamento costituzionale e sistema europeo di protezione multilivello, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Diritto costituzionale, 20 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/747.
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Abstract
La tesi della candidata presenta - attraverso lo studio della normativa e della giurisprudenza rilevanti in Italia,
Francia e Germania – un’analisi dell'ambito soggettivo di applicazione del diritto costituzionale d'asilo e del
suo rapporto con il riconoscimento dello status di rifugiato ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951,
nonchè della sua interazione con le altre forme di protezione della persona previste dal diritto comunitario e
dal sistema CEDU di salvaguardia dei diritti fondamentali.
Dal breve itinerario comparatistico percorso, emerge una forte tendenza alla neutralizzazione dell’asilo
costituzionale ed alla sua sovrapposizione con la fattispecie del rifugio convenzionale quale carattere comune
agli ordinamenti presi in esame, espressione di una consapevole scelta di politica del diritto altresì volta ad
assimilare la materia alla disciplina generale dell’immigrazione al fine di ridimensionarne le potenzialità
espansive (si pensi alla latitudine delle formule costituzionali di cui agli artt. 10, co. 3 Cost. it. e 16a, co. 1
Grundgesetz) e di ricondurre l'asilo entro i tradizionali confini della discrezionalità amministrativa quale
sovrana concessione dello Stato ospitante.
L'esame delle fonti comunitarie di recente introduzione illumina l’indagine: in particolare, la stessa Direttiva
2004/83CE sulla qualifica di rifugiato e sulla protezione sussidiaria consolida quanto stabilito dalle
disposizioni convenzionali, ma ne estende la portata in modo significativo, recependo gli esiti della lunga
evoluzione giurisprudenziale compiuta dalle corti nazionali e dal Giudice di Strasburgo nell’interpretazione
del concetto di “persecuzione” (specialmente, in relazione all’individuazione delle azioni e degli agenti
persecutori).
Con riferimento al sistema giuridico italiano, la tesi si interroga sulle prospettive di attuazione del dettato
dell’art. 10, terzo comma della Costituzione, ed inoltre propone la disamina di alcuni istituti chiave
dell’attuale normativa in materia di asilo, attraverso cui si riscontrano importanti profili di incompatibilità
con la natura di diritto fondamentale costituzionalmente tutelato, conferita al diritto di asilo dalla volontà dei
Costituenti e radicata nella ratio della norma stessa (il trattenimento del richiedente asilo; la procedura di
esame della domanda, l’onere probatorio e le cause ostative al suo accoglimento; l’effettività della tutela
giurisdizionale).
Le questioni più problematiche ancora irrisolte investono proprio tali aspetti del procedimento - previsto per
ottenere quello che alcuni atti europei, tra cui l'art. 18 della Carta di Nizza, definiscono right to asylum -
come rivela la disciplina contenuta nella Direttiva 2005/85CE, recante norme minime per le procedure
applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato.
Infine, il fenomeno della esternalizzazione dei controlli compromette lo stesso accesso alle procedure, nella
misura in cui rende "mobile" il confine territoriale dell’area Schengen (attraverso l'introduzione del criterio
dello "Stato terzo sicuro", degli strumenti dell'esame preliminare delle domande e della detenzione
amministrativa nei Paesi di transito, nonché per mezzo del presidio delle frontiere esterne), relegando il
trattamento dei richiedenti asilo ad uno spazio in cui non sempre è monitorabile l'effettivo rispetto del
principio del non refoulement, degli obblighi internazionali relativi all’accoglienza dei profughi e delle
clausole di determinazione dello Stato competente all'esame delle domande ai sensi del Regolamento n.
343/03, c.d. Dublino II (emblematico il caso del pattugliamento delle acque internazionali e
dell'intercettazione delle navi prima del superamento dei confini territoriali).
Questi delicati aspetti di criticità della disciplina procedimentale limitano il carattere innovativo delle recenti
acquisizioni comunitarie sull’ambito di operatività delle nuove categorie definitorie introdotte (le qualifiche
di rifugiato e di titolare di protezione sussidiaria e la complessa nozione di persecuzione, innanzitutto),
richiedendo, pertanto, l’adozione di un approccio sistemico – piuttosto che analitico – per poter rappresentare
in modo consapevole le dinamiche che concretamente si producono a livello applicativo ed affrontare la
questione nodale dell'efficienza dell'attuale sistema multilivello di protezione del richiedente asilo.
Abstract
La tesi della candidata presenta - attraverso lo studio della normativa e della giurisprudenza rilevanti in Italia,
Francia e Germania – un’analisi dell'ambito soggettivo di applicazione del diritto costituzionale d'asilo e del
suo rapporto con il riconoscimento dello status di rifugiato ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951,
nonchè della sua interazione con le altre forme di protezione della persona previste dal diritto comunitario e
dal sistema CEDU di salvaguardia dei diritti fondamentali.
Dal breve itinerario comparatistico percorso, emerge una forte tendenza alla neutralizzazione dell’asilo
costituzionale ed alla sua sovrapposizione con la fattispecie del rifugio convenzionale quale carattere comune
agli ordinamenti presi in esame, espressione di una consapevole scelta di politica del diritto altresì volta ad
assimilare la materia alla disciplina generale dell’immigrazione al fine di ridimensionarne le potenzialità
espansive (si pensi alla latitudine delle formule costituzionali di cui agli artt. 10, co. 3 Cost. it. e 16a, co. 1
Grundgesetz) e di ricondurre l'asilo entro i tradizionali confini della discrezionalità amministrativa quale
sovrana concessione dello Stato ospitante.
L'esame delle fonti comunitarie di recente introduzione illumina l’indagine: in particolare, la stessa Direttiva
2004/83CE sulla qualifica di rifugiato e sulla protezione sussidiaria consolida quanto stabilito dalle
disposizioni convenzionali, ma ne estende la portata in modo significativo, recependo gli esiti della lunga
evoluzione giurisprudenziale compiuta dalle corti nazionali e dal Giudice di Strasburgo nell’interpretazione
del concetto di “persecuzione” (specialmente, in relazione all’individuazione delle azioni e degli agenti
persecutori).
Con riferimento al sistema giuridico italiano, la tesi si interroga sulle prospettive di attuazione del dettato
dell’art. 10, terzo comma della Costituzione, ed inoltre propone la disamina di alcuni istituti chiave
dell’attuale normativa in materia di asilo, attraverso cui si riscontrano importanti profili di incompatibilità
con la natura di diritto fondamentale costituzionalmente tutelato, conferita al diritto di asilo dalla volontà dei
Costituenti e radicata nella ratio della norma stessa (il trattenimento del richiedente asilo; la procedura di
esame della domanda, l’onere probatorio e le cause ostative al suo accoglimento; l’effettività della tutela
giurisdizionale).
Le questioni più problematiche ancora irrisolte investono proprio tali aspetti del procedimento - previsto per
ottenere quello che alcuni atti europei, tra cui l'art. 18 della Carta di Nizza, definiscono right to asylum -
come rivela la disciplina contenuta nella Direttiva 2005/85CE, recante norme minime per le procedure
applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato.
Infine, il fenomeno della esternalizzazione dei controlli compromette lo stesso accesso alle procedure, nella
misura in cui rende "mobile" il confine territoriale dell’area Schengen (attraverso l'introduzione del criterio
dello "Stato terzo sicuro", degli strumenti dell'esame preliminare delle domande e della detenzione
amministrativa nei Paesi di transito, nonché per mezzo del presidio delle frontiere esterne), relegando il
trattamento dei richiedenti asilo ad uno spazio in cui non sempre è monitorabile l'effettivo rispetto del
principio del non refoulement, degli obblighi internazionali relativi all’accoglienza dei profughi e delle
clausole di determinazione dello Stato competente all'esame delle domande ai sensi del Regolamento n.
343/03, c.d. Dublino II (emblematico il caso del pattugliamento delle acque internazionali e
dell'intercettazione delle navi prima del superamento dei confini territoriali).
Questi delicati aspetti di criticità della disciplina procedimentale limitano il carattere innovativo delle recenti
acquisizioni comunitarie sull’ambito di operatività delle nuove categorie definitorie introdotte (le qualifiche
di rifugiato e di titolare di protezione sussidiaria e la complessa nozione di persecuzione, innanzitutto),
richiedendo, pertanto, l’adozione di un approccio sistemico – piuttosto che analitico – per poter rappresentare
in modo consapevole le dinamiche che concretamente si producono a livello applicativo ed affrontare la
questione nodale dell'efficienza dell'attuale sistema multilivello di protezione del richiedente asilo.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Malena, Micaela
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
20
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
diritto costituzionale d'asilo rifugio convenzionale
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/747
Data di discussione
30 Giugno 2008
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Malena, Micaela
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
20
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
diritto costituzionale d'asilo rifugio convenzionale
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/747
Data di discussione
30 Giugno 2008
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