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Abstract
Il presupposto generale attorno al quale la ricerca si sviluppa è che l'esercizio della giurisdizione contribuisce significativamente a definire il diritto applicabile vigente. L'utilità di tale contributo, tuttavia, tende ad estendersi al di fuori dei termini di risoluzione della controversia ingenerando nel giudice la consapevolezza di offrire un riferimento imprescindibile per tutti i consociati.In un contesto nel quale le tecniche legislative dell'epoca delle grandi codificazioni si sono rivelate non più idonee a rendere conoscibili le norme dell'ordinamento, è l'attività interpretativa del giudice che finisce per costituire il presupposto principale per l'estrinsecazione del valore precettivo della legge. L'avvento delle giurisdizioni costituzionali e di quelle internazionali, così come il diffuso ricorso a forme di abrogazione implicita, hanno riposto nell'interprete il compito di rilevare quelle che qualcuno ha definito "norme intruse" , non soltanto ai fini della risoluzione della singola controversia, ma altresì per offrire a tutti i consociati uno strumento di conoscenza del "diritto vivente" di fondamentale importanza nella preservazione del principio di diritto. Si fa, prevalentemente, riferimento ai precedenti fissati dalla Corte Suprema i quali, in virtù della posizione apicale che questa occupa nell'ordinamento giudiziario , tendono ad essere espressione di una funzione nomofilattica che troppo spesso viene considerata mero retaggio del passato, mentre, oggi più che mai, è sentita l'esigenza di una uniforme interpretazione del diritto.
Questa riflessione sul ruolo del precedente giurisprudenziale non è intesa, tuttavia, a demolire ogni distinzione tra tradizioni giuridiche millenarie, ma piuttosto a fornire nuovi strumenti di osservazione del fenomeno giurisdizionale e a dissociare categorie dogmatiche troppo spesso date per scontate. Il presente studio tenta modestamente di percorrere il pericoloso crinale tra filosofia giuridica, diritto costituzionale e procedura al fine di offrire conclusioni, forse meno rassicuranti, ma certamente più realistiche sul valore della giurisprudenza nell'epoca contemporanea.
Abstract
Il presupposto generale attorno al quale la ricerca si sviluppa è che l'esercizio della giurisdizione contribuisce significativamente a definire il diritto applicabile vigente. L'utilità di tale contributo, tuttavia, tende ad estendersi al di fuori dei termini di risoluzione della controversia ingenerando nel giudice la consapevolezza di offrire un riferimento imprescindibile per tutti i consociati.In un contesto nel quale le tecniche legislative dell'epoca delle grandi codificazioni si sono rivelate non più idonee a rendere conoscibili le norme dell'ordinamento, è l'attività interpretativa del giudice che finisce per costituire il presupposto principale per l'estrinsecazione del valore precettivo della legge. L'avvento delle giurisdizioni costituzionali e di quelle internazionali, così come il diffuso ricorso a forme di abrogazione implicita, hanno riposto nell'interprete il compito di rilevare quelle che qualcuno ha definito "norme intruse" , non soltanto ai fini della risoluzione della singola controversia, ma altresì per offrire a tutti i consociati uno strumento di conoscenza del "diritto vivente" di fondamentale importanza nella preservazione del principio di diritto. Si fa, prevalentemente, riferimento ai precedenti fissati dalla Corte Suprema i quali, in virtù della posizione apicale che questa occupa nell'ordinamento giudiziario , tendono ad essere espressione di una funzione nomofilattica che troppo spesso viene considerata mero retaggio del passato, mentre, oggi più che mai, è sentita l'esigenza di una uniforme interpretazione del diritto.
Questa riflessione sul ruolo del precedente giurisprudenziale non è intesa, tuttavia, a demolire ogni distinzione tra tradizioni giuridiche millenarie, ma piuttosto a fornire nuovi strumenti di osservazione del fenomeno giurisdizionale e a dissociare categorie dogmatiche troppo spesso date per scontate. Il presente studio tenta modestamente di percorrere il pericoloso crinale tra filosofia giuridica, diritto costituzionale e procedura al fine di offrire conclusioni, forse meno rassicuranti, ma certamente più realistiche sul valore della giurisprudenza nell'epoca contemporanea.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Martinuzzi, Alessandro
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze giuridiche
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
precedente, giurisprudenza, common law, civil law, stare decisis, judge-made law, legittimazione giudiziaria, diritto giurisprudenziale,
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/7466
Data di discussione
10 Maggio 2016
URI
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Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Martinuzzi, Alessandro
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze giuridiche
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
precedente, giurisprudenza, common law, civil law, stare decisis, judge-made law, legittimazione giudiziaria, diritto giurisprudenziale,
URN:NBN
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10.6092/unibo/amsdottorato/7466
Data di discussione
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