De Angelis, Gianluca
(2016)
Poste in gioco
Lavoro e soggettività
tra formale e informale, gratuito e remunerato, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Sociologia, 28 Ciclo. DOI 10.6092/unibo/amsdottorato/7321.
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Abstract
L’analisi proposta insiste sulle dinamiche di soggettivazione e impoverimento del lavoro a partire dalla torsione reticolare del capitalismo e dei suoi principi organizzativi. In mancanza di una consolidata tradizione analitica specifica sul lavoro gratuito, il ragionamento muove dalla relazione tra l’economia formale e informale.
Tale prospettiva di analisi permette di individuare nell’estensione del terreno di cattura del capitalismo l’elemento chiave della svalutazione del lavoro e del suo mancato riconoscimento. Con il passaggio al nuovo paradigma del capitalismo, infatti, il processo di accumulazione del capitale si estende ad ambiti diversi da quelli tradizionalmente produttivi, sfumando i confini tra interesse e disinteresse, produttivo e improduttivo, ampliando le aree di compenetrazione tra economia formale e informale ed estendendo la produzione di valore anche oltre i confini del riconoscimento economico.
Traducendo nel desiderio di realizzazione del sé del soggetto quello di riproduzione del capitale, infatti, il dispositivo soggettivante permette di enfatizzare gli aspetti passionali della produzione di valore. Alla maggiore opportunità di realizzazione del sé attraverso il lavoro, però, corrisponde anche una forte individualizzazione dei rischi. Mentre, quindi, da un lato il capitale accresce le proprie capacità di accumulazione penetrando sempre più nella soggettività, dall’altro aumentano, per quanti coinvolti, i rischi di impoverimento e di isolamento.
Per indagare la relazione tra lavoro gratuito e remunerato, i regimi di giustificazione che la qualificano e i rischi individuali e organizzativi che ne derivano, sono stati sviluppati tre studi di caso: il primo in un laboratorio di ricerca pubblico, il secondo in una cooperativa sociale e il terzo sui volontari per Expo 2015.
In questa prospettiva, il lavoro gratuito, economicamente non riconosciuto, diventa una condizione condivisa, giustificabile soggettivamente, ricorrendo alle grammatiche dell’autoterapia e della passione, quando il lavoratore guarda al presente, e della promessa e della scommessa, quando è rivolto al futuro.
Abstract
L’analisi proposta insiste sulle dinamiche di soggettivazione e impoverimento del lavoro a partire dalla torsione reticolare del capitalismo e dei suoi principi organizzativi. In mancanza di una consolidata tradizione analitica specifica sul lavoro gratuito, il ragionamento muove dalla relazione tra l’economia formale e informale.
Tale prospettiva di analisi permette di individuare nell’estensione del terreno di cattura del capitalismo l’elemento chiave della svalutazione del lavoro e del suo mancato riconoscimento. Con il passaggio al nuovo paradigma del capitalismo, infatti, il processo di accumulazione del capitale si estende ad ambiti diversi da quelli tradizionalmente produttivi, sfumando i confini tra interesse e disinteresse, produttivo e improduttivo, ampliando le aree di compenetrazione tra economia formale e informale ed estendendo la produzione di valore anche oltre i confini del riconoscimento economico.
Traducendo nel desiderio di realizzazione del sé del soggetto quello di riproduzione del capitale, infatti, il dispositivo soggettivante permette di enfatizzare gli aspetti passionali della produzione di valore. Alla maggiore opportunità di realizzazione del sé attraverso il lavoro, però, corrisponde anche una forte individualizzazione dei rischi. Mentre, quindi, da un lato il capitale accresce le proprie capacità di accumulazione penetrando sempre più nella soggettività, dall’altro aumentano, per quanti coinvolti, i rischi di impoverimento e di isolamento.
Per indagare la relazione tra lavoro gratuito e remunerato, i regimi di giustificazione che la qualificano e i rischi individuali e organizzativi che ne derivano, sono stati sviluppati tre studi di caso: il primo in un laboratorio di ricerca pubblico, il secondo in una cooperativa sociale e il terzo sui volontari per Expo 2015.
In questa prospettiva, il lavoro gratuito, economicamente non riconosciuto, diventa una condizione condivisa, giustificabile soggettivamente, ricorrendo alle grammatiche dell’autoterapia e della passione, quando il lavoratore guarda al presente, e della promessa e della scommessa, quando è rivolto al futuro.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
De Angelis, Gianluca
Supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze politiche e sociali
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
lavoro gratuito; unpaid work; travail gratuit; soggettività; capitalismo; passione; vocazione; volontariato; terzo settore; economia informale; gratuitizzazione; sindacato; organizzazione; diseguaglianza; capacitazione; gamification; gioco; scommessa; promessa; bet; promise;
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/7321
Data di discussione
10 Giugno 2016
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
De Angelis, Gianluca
Supervisore
Dottorato di ricerca
Scuola di dottorato
Scienze politiche e sociali
Ciclo
28
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
lavoro gratuito; unpaid work; travail gratuit; soggettività; capitalismo; passione; vocazione; volontariato; terzo settore; economia informale; gratuitizzazione; sindacato; organizzazione; diseguaglianza; capacitazione; gamification; gioco; scommessa; promessa; bet; promise;
URN:NBN
DOI
10.6092/unibo/amsdottorato/7321
Data di discussione
10 Giugno 2016
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