I popoli indigeni sfollato per disastri ambientali. Uno studio sull'impatto del diritto alla libertà religiosa

I popoli indigeni, tradizionalmente, a causa di una combinazione di fattori storici, sociali, economici e ambientali, si trovano in una particolare situazione di vulnerabilità. La marginalizzazione e la discriminazione che, generalmente, subiscono si manifestano in difficoltà nell'accesso ai servizi più basilari e alle opportunità economiche In un contesto mondiale in cui i disastri ambientali, sia di natura improvvisa che progressiva, propri del cambiamento climatico, stanno aumentando, i popoli radicati nei territori e intimamente legati a un modo di vita e ai loro risorse naturali sono particolarmente colpiti. Questi disastri minacciano non solo la sicurezza fisica e la sopravvivenza di queste comunità, ma, come misura di adattamento adottata, li costringono anche a spostarsi forzatamente in cerca di condizioni di vita più sicure integrandosi in società estranee. Per i popoli indigeni, questo spostamento forzato non comporta solo la perdita delle loro case e mezzi di sostentamento, ma comporta anche la rottura del loro legame spirituale e religioso con i loro territori ancestrali. Questi territori non sono solo visti come terre fisiche, ma anche come luoghi sacri che custodiscono la storia, le tradizioni e le credenze spirituali di questi popoli. La presente tesi si propone di analizzare la particolarità propria della spiritualità indigena e come il fattore religioso viene influenzato da uno spostamento forzato che, in molte occasioni, diventa permanente, provocando il distacco completo dai territori ancestrali. In questa circostanza, alla luce dei testi internazionali e della giurisprudenza, cerchiamo di ottenere risposte e proposte di fronte alla violazione del diritto umano alla libertà religiosa, che è una delle principali sfide identitarie affrontate dai popoli indigeni, con ripercussioni sulla loro stessa sopravvivenza.