Pignataro, Micol
(2024)
Divieto di mandato imperativo, disciplina di gruppo e forme di tutela del singolo parlamentare, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Scienze giuridiche, 36 Ciclo. DOI 10.48676/unibo/amsdottorato/11477.
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Abstract
Il principio del divieto di mandato imperativo affonda le sue radici in tempi ormai lontani, ma ha sempre dimostrato di avere una grande duttilità, cambiando forma a seconda dei mutamenti che hanno riguardato le condizioni sociali, politiche e istituzionali degli ordinamenti costituzionali. Tutt’oggi, infatti, si afferma come elemento strutturale del sistema di rappresentanza politica, nonostante i connotati di quest’ultimo siano profondamente diversi rispetto a quelli che esistevano quando è stata concepita la Costituzione repubblicana. L’obiettivo di questa ricerca dottorale è di evidenziare, dunque, il rinnovato significato di questa garanzia alla luce dell’attuale complessità del sistema di rappresentanza politica, che si compone di una sequenza di attori e di comportamenti differenti, ma connessi, che, distribuiti nell’arco di distinte fasi, formano un insieme complesso e composito. A tal fine, il lavoro si struttura in quattro capitoli e si sviluppa su due linee di indagine diverse, ma collegate tra loro da un rapporto di dipendenza. La prima linea di ricerca attiene al più generale tema del divieto di mandato imperativo, e come esso si colloca nel rapporto che esiste tra singolo rappresentante e gruppo parlamentare di appartenenza. La seconda linea di indagine, invece, si concentra sul tema delle forme di tutela del singolo rappresentante, alla luce della considerazione preliminare che il divieto di mandato imperativo debba essere garantito anche all’interno delle dinamiche parlamentari. Ciascun capitolo rappresenta un tassello necessario a elaborare la tesi conclusiva per cui la ridefinizione del rapporto tra gruppo e singolo dovrebbe realizzarsi necessariamente all’interno del gruppo stesso, attraverso canali di espressione del dissenso, ovvero attraverso l’attuazione del “metodo democratico” anche nell’organizzazione e nel funzionamento della formazione politica. È proprio all’interno di tale spazio, infatti, che, nell’odierno complesso sistema di rappresentanza, devono trovare una prima sintesi gli interessi veicolati anche dai singoli rappresentanti nello svolgimento del loro mandato parlamentare.
Abstract
Il principio del divieto di mandato imperativo affonda le sue radici in tempi ormai lontani, ma ha sempre dimostrato di avere una grande duttilità, cambiando forma a seconda dei mutamenti che hanno riguardato le condizioni sociali, politiche e istituzionali degli ordinamenti costituzionali. Tutt’oggi, infatti, si afferma come elemento strutturale del sistema di rappresentanza politica, nonostante i connotati di quest’ultimo siano profondamente diversi rispetto a quelli che esistevano quando è stata concepita la Costituzione repubblicana. L’obiettivo di questa ricerca dottorale è di evidenziare, dunque, il rinnovato significato di questa garanzia alla luce dell’attuale complessità del sistema di rappresentanza politica, che si compone di una sequenza di attori e di comportamenti differenti, ma connessi, che, distribuiti nell’arco di distinte fasi, formano un insieme complesso e composito. A tal fine, il lavoro si struttura in quattro capitoli e si sviluppa su due linee di indagine diverse, ma collegate tra loro da un rapporto di dipendenza. La prima linea di ricerca attiene al più generale tema del divieto di mandato imperativo, e come esso si colloca nel rapporto che esiste tra singolo rappresentante e gruppo parlamentare di appartenenza. La seconda linea di indagine, invece, si concentra sul tema delle forme di tutela del singolo rappresentante, alla luce della considerazione preliminare che il divieto di mandato imperativo debba essere garantito anche all’interno delle dinamiche parlamentari. Ciascun capitolo rappresenta un tassello necessario a elaborare la tesi conclusiva per cui la ridefinizione del rapporto tra gruppo e singolo dovrebbe realizzarsi necessariamente all’interno del gruppo stesso, attraverso canali di espressione del dissenso, ovvero attraverso l’attuazione del “metodo democratico” anche nell’organizzazione e nel funzionamento della formazione politica. È proprio all’interno di tale spazio, infatti, che, nell’odierno complesso sistema di rappresentanza, devono trovare una prima sintesi gli interessi veicolati anche dai singoli rappresentanti nello svolgimento del loro mandato parlamentare.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Pignataro, Micol
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
36
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Divieto di mandato imperativo; disciplina di gruppo; singolo parlamentare; giudice mobile; rappresentanza politica
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/11477
Data di discussione
14 Giugno 2024
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Pignataro, Micol
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
36
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Divieto di mandato imperativo; disciplina di gruppo; singolo parlamentare; giudice mobile; rappresentanza politica
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/11477
Data di discussione
14 Giugno 2024
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