Contributo allo studio del filtro in Cassazione nell'esperienza italiana e spagnola

Nel corso degli ultimi decenni l’attenzione del legislatore e degli interpreti si è progressivamente indirizzata verso l’individuazione di meccanismi in grado di garantire alle Corti supreme di svolgere appieno le funzioni loro assegnate. Nonostante le plurime riforme e la previsione di meccanismi di screening per la selezione dei ricorsi in cassazione, la Suprema corte italiana, divenuta ormai la propaggine delle centinaia di migliaia di ricorsi che inondano i piani bassi, si trova ad operare da diverso tempo in una situazione rasente lo stallo. Il presente lavoro di ricerca si propone, quindi, di analizzare il «filtro» dinanzi la Corte suprema, un istituto che giova di una consolidata esperienza comparata, teso ad una cernita dei ricorsi “cassazionalmente rilevanti” e ideato per porre rimedio ai rischi connessi all’overload. Alla luce di una certa vocazione trasnazionale del tema, che induce a ricercare le ragioni di una simile disfunzione anche ben oltre i confini strettamente nazionali, verrà condotta, al contempo, un’indagine comparata con l’esperienza giuridica del filtro in Spagna, configurante un vaglio latu sensu selettivo di rilievo nomofilattico, ancorato al criterio dell’«interés casacional», come novellato dall’ultima riforma intervenuta ad opera del Real decreto ley, 28 giugno 2023, n. 5. Ricostruiti i tratti salienti del filtro in Italia, nella sua attuale formulazione, nonché la sua natura tipicamente procedimentale, verranno suggeriti una serie di spunti per una rimeditazione del filtro italiano, non solo previa modifica costituzionale, ma anche a costituzione invariata, stante la vigenza della garanzia costituzionale del ricorso per cassazione per violazione di legge.