Amicucci, Michele
(2023)
La diplomazia culturale come via di politica estera italiana tra guerra fredda e periodo post bipolare, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Beni culturali e ambientali, 35 Ciclo. DOI 10.48676/unibo/amsdottorato/11100.
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Abstract
Il soft power di uno Stato è l’immagine che questo dà di sé agli altri, ed è naturalmente riempito di suoi ideali e valori, della sua lingua e delle sue conoscenze. La cultura, nella sua più ampia declinazione, in tal senso si rivela uno strumento diplomatico rilevante nella politica estera dello Stato. Questa può affermarne la presenza, preservarne l’identità, sviluppare forme di solidarietà, favorire obiettivi politici attraverso l’influenza del pubblico internazionale. La diplomazia culturale italiana negli anni di guerra fredda si è rappresentata come “strada operativa” particolare nel più ampio ventaglio di scelte di politica estera del nostro paese, a volte precorrendo le mire e gli obiettivi della diplomazia cosiddetta “tradizionale”. La cultura ha offerto all’Italia una prospettiva aggiuntiva nei termini del dialogo internazionale, ponendosi come canale privilegiato di relazioni difficilmente concertabili altrimenti nel corso della seconda metà del Novecento, segnata dal conflitto bipolare. Nella sua tensione verso la pace e la stabilità, con il suo costante richiamo ai diritti ed ai valori della democrazia, la diplomazia culturale italiana ha potuto inoltre vantare un contributo non secondario nella transizione dalle dinamiche internazionali segnate dalla guerra fredda alla determinazione delle relazioni internazionali propriamente post-bipolari.
Abstract
Il soft power di uno Stato è l’immagine che questo dà di sé agli altri, ed è naturalmente riempito di suoi ideali e valori, della sua lingua e delle sue conoscenze. La cultura, nella sua più ampia declinazione, in tal senso si rivela uno strumento diplomatico rilevante nella politica estera dello Stato. Questa può affermarne la presenza, preservarne l’identità, sviluppare forme di solidarietà, favorire obiettivi politici attraverso l’influenza del pubblico internazionale. La diplomazia culturale italiana negli anni di guerra fredda si è rappresentata come “strada operativa” particolare nel più ampio ventaglio di scelte di politica estera del nostro paese, a volte precorrendo le mire e gli obiettivi della diplomazia cosiddetta “tradizionale”. La cultura ha offerto all’Italia una prospettiva aggiuntiva nei termini del dialogo internazionale, ponendosi come canale privilegiato di relazioni difficilmente concertabili altrimenti nel corso della seconda metà del Novecento, segnata dal conflitto bipolare. Nella sua tensione verso la pace e la stabilità, con il suo costante richiamo ai diritti ed ai valori della democrazia, la diplomazia culturale italiana ha potuto inoltre vantare un contributo non secondario nella transizione dalle dinamiche internazionali segnate dalla guerra fredda alla determinazione delle relazioni internazionali propriamente post-bipolari.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Amicucci, Michele
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
35
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Diplomazia culturale italiana, politica estera, guerra fredda, dinamiche internazionali post-bipolari
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/11100
Data di discussione
7 Novembre 2023
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Amicucci, Michele
Supervisore
Co-supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
35
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Diplomazia culturale italiana, politica estera, guerra fredda, dinamiche internazionali post-bipolari
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/11100
Data di discussione
7 Novembre 2023
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