Beggiato, Martina
(2023)
Studi sulla donna come soggetto attivo del reato nel diritto romano, [Dissertation thesis], Alma Mater Studiorum Università di Bologna.
Dottorato di ricerca in
Scienze giuridiche, 35 Ciclo. DOI 10.48676/unibo/amsdottorato/10826.
Documenti full-text disponibili:
|
Documento PDF (Italiano)
- Richiede un lettore di PDF come Xpdf o Adobe Acrobat Reader
Disponibile con Licenza: Salvo eventuali più ampie autorizzazioni dell'autore, la tesi può essere liberamente consultata e può essere effettuato il salvataggio e la stampa di una copia per fini strettamente personali di studio, di ricerca e di insegnamento, con espresso divieto di qualunque utilizzo direttamente o indirettamente commerciale. Ogni altro diritto sul materiale è riservato.
Download (5MB)
|
Abstract
La ricerca si prefigge di indagare sulla donna che commette reato nel corso dell’intera esperienza giuridica romana. Attraverso l’analisi delle fonti, con speciale riferimento a quelle letterarie, vengono analizzati i singoli illeciti in cui la donna stessa poteva assumere la qualifica di soggetto attivo, che danno luogo a un nutrito catalogo di fattispecie attinenti alla sfera sessuale, per quanto non manchino casi di maiestas e, più in generale, di cospirazione contro il principe. Nella presente ricerca si tenta dunque di investigare, proprio a partire dalla peculiare condizione riconosciuta alla donna all’interno della società romana, la sua dimensione ‘pubblica’, che sarebbe stata lesa con la commissione dell’illecito giacché la rea, in questo modo, avrebbe sovente compromesso un valore superindividuale, ossia la pudicitia. È proprio la lesione di siffatto principio, tale da assumere un ruolo centrale nel quadro dell’etica sessuale degli antichi romani, a giustificare la repressione degli illeciti femminili nella forma del crimen: non deve dunque meravigliare che la mulier, venuta meno all’onore familiare, sia sanzionata pubblicamente, potendosi intendere i reati dalla stessa commessi alla stregua di ‘attentati alla res publica’.
Abstract
La ricerca si prefigge di indagare sulla donna che commette reato nel corso dell’intera esperienza giuridica romana. Attraverso l’analisi delle fonti, con speciale riferimento a quelle letterarie, vengono analizzati i singoli illeciti in cui la donna stessa poteva assumere la qualifica di soggetto attivo, che danno luogo a un nutrito catalogo di fattispecie attinenti alla sfera sessuale, per quanto non manchino casi di maiestas e, più in generale, di cospirazione contro il principe. Nella presente ricerca si tenta dunque di investigare, proprio a partire dalla peculiare condizione riconosciuta alla donna all’interno della società romana, la sua dimensione ‘pubblica’, che sarebbe stata lesa con la commissione dell’illecito giacché la rea, in questo modo, avrebbe sovente compromesso un valore superindividuale, ossia la pudicitia. È proprio la lesione di siffatto principio, tale da assumere un ruolo centrale nel quadro dell’etica sessuale degli antichi romani, a giustificare la repressione degli illeciti femminili nella forma del crimen: non deve dunque meravigliare che la mulier, venuta meno all’onore familiare, sia sanzionata pubblicamente, potendosi intendere i reati dalla stessa commessi alla stregua di ‘attentati alla res publica’.
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Beggiato, Martina
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
35
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Donna, soggetto attivo del reato, 'crimina', diritto criminale romano
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/10826
Data di discussione
16 Giugno 2023
URI
Altri metadati
Tipologia del documento
Tesi di dottorato
Autore
Beggiato, Martina
Supervisore
Dottorato di ricerca
Ciclo
35
Coordinatore
Settore disciplinare
Settore concorsuale
Parole chiave
Donna, soggetto attivo del reato, 'crimina', diritto criminale romano
URN:NBN
DOI
10.48676/unibo/amsdottorato/10826
Data di discussione
16 Giugno 2023
URI
Statistica sui download
Gestione del documento: